BRINDISI-(Dal Il7 Magazine) Colpi di Kalashnikov contro l’autodemolizione Cannone a Brindisi, zona industriale nel mirino. Sarebbe accaduto durante il week end dell’Epifania, una scarica di colpi contro il cancello della azienda che si occupa di autodemolizioni, la Cannone Antonio & C.S.N.C. in via Newton. Un avvertimento, un atto ritorsivo, questo ancora non si sa, di certo c’è che chi ha agito lo ha fatto quando pensava che nessuno potesse vederlo. I segni della sparatoria sono stati, infatti, notati solo lunedì, quando gli operai sono tornati in azienda. Immediatamente è scattata la denuncia in questura, qui i titolari avrebbero dichiarato di non conoscere ne gli autori e ne tantomeno le ragioni di un simile gesto. Gli investigatori hanno subito avviato le indagini, prima i rilievi sul posto, poi la raccolta delle testimonianze, poche a dire il vero. In via Newton vi sono solo aziende, per il resto l’area è piuttosto isolata. Al vaglio degli inquirenti i filmati delle telecamere private disseminate nella zona, solo private perché via Newton è una di quelle strade non coperte dal sistema di sorveglianza elettronica del Consorzio Asi di Brindisi, in pratica non ci sono telecamere dell’Asi a vigilare. La cosiddetta Control-room, la centrale di sorveglianza del Consorzio, copre solo le strade principali, quelle poste all’ingresso e all’uscita della zona industriale. Inaugurata il primo settembre del 2016, la Control-Room, sita sulla via Angelo Titi n. 12, è stata realizzata a seguito dei lavori di ristrutturazione e recupero del patrimonio consortile dell’ex Punto Franco, finanziati dalla misura 6.2.2 del PO FESR Puglia 2007-2013. La Control-Room è gestita da un’Ati, composta dalle società Vigil Nova ed Asieltech, vincitrice di una regolare gara d’appalto. La Vigil Nova fornisce il servizio di sorveglianza gratuito h.24 in cambio l’ASI mette a disposizione, in maniera altrettanto gratuita la sede, tutto questo in collaborazione costante con le forze dell’ordine. Tuttavia a distanza di un anno mezzo, alcune telecamere sono fuori uso a causa del furto della fibra ottica, altre sono obsolete. In particolare quello del furto della fibra ottica è un problema frequente, non solo per la zona industriale di Brindisi. I ladri si calano nei tombini e tranciano i cavi a rischio della vita. Le telecamere si spengono e il sistema di video sorveglianza non funziona più a dovere.
I colpi di Kalashnikov contro l’azienda di autodemolizioni, al di là del movente, riapre una finestra sulla sicurezza nella zona industriale. Nonostante la presenza di telecamere i furti e le rapine hanno continuato a susseguirsi, spesso i malviventi, proprio calcolando i punti ciechi, ossia non coperti dalle telecamere, hanno potuto agire indisturbati. Ma a maggio dello scorso anno l’Asi di Brindisi ha presentato un maxi progetto, una sorta di “Grande Fratello” per innalzare il livello di sicurezza nelle zone industriali di Brindisi, Fasano, Ostuni e Francavilla Fontana, un maxi progetto candidato ai PON Legalità 2014-2020 . Si prevede, in sostanza, il ripristino e l’ammodernamento delle telecamere già esistenti, oltre che l’installazione di nuove, così da creare un fitto reticolato di occhi elettronici collegati tra loro, con la Control-room del Consorzio e soprattutto col Sistema centrale nazionale targhe e transiti (SCNTT) di Caserta, gestito dalla polizia di Stato. Gli apparecchi, allacciati alla fibra ottica, saranno dotati anche di un sofisticato e preciso dispositivo per la lettura delle targhe, che consentirà il passaggio da una videosorveglianza passiva (reazione post evento) a una attiva (analisi preventiva). Funzionerà così : una volta scansionata la targa di un’auto sospetta, segnalata, rubata o persino non revisionata , il “Grande Fratello” invierà in tempo reale i dati al SCNTT per il conseguente tempestivo intervento sul posto delle locali forze dell’ordine. Le zone industriali risulteranno quindi superprotette grazie a un monitoraggio h24 quasi a costituire delle “dogane”, non invasive , per il controllo dei veicoli in entrata e in uscita. Da non trascurare, inoltre, la possibilità d’integrazione in rete tra l’impianto dell’Asi e quelli gestiti da altri enti pubblici o dai privati.
Lucia Pezzuto per IL7 Magazine
Commenta per primo