BRINDISI- Il presidente Nichi Vendola chiede ancora una volta alla Basell di fare un passo indietro ritirando il licenziamento dio Zoe, la lavoratrice brindisina, malata di cancro, «unica licenziata a Brindisi dopo il grande piano riorganizzativo della multinazionale americana».
Quanto accaduto ha commentato Vendola fotografa «la drammatica perdita di diritti e di valore sociale del lavoro e disvela il cinismo e la crudeltà delle regole che oggi spadroneggiano sempre di più».
Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, tre giorni fa, insieme all’assessore al Lavoro della Regione Puglia, Leo Caroli, aveva incontrato a Roma l’amministratore delegato della LyondellBasell, chiedendogli di ritirare la decisione, che però poi è stata confermata con la proposta alla lavoratrice, che ha 52 anni, di un indennizzo (90 mila euro), rifiutata dalla dipendente.
«Per giustificare il licenziamento della persona che si vuole estromettere – sostiene Vendola – basta dunque rifarsi a generiche ed astratte ragioni economiche? Verrebbe da sorridere se, invece, la situazione non fosse così orribilmente devastante per la vita di Zoe». Il governatore pugliese aggiunge che da parte della LyondellBasell c’è anche «il singolare rifiuto a confrontarsi con le istituzioni e le parti sociali per realizzare politiche industriali e territoriali in grado di favorire davvero maggiore produttività e competitività». A riprova di ciò, Vendola ricorda che la multinazionale «ha recentemente investito 20 milioni di euro per il potenziamento della fabbrica brindisina senza candidarsi, nonostante l’invito di Confindustria e dei sindacati, al contratto di programma per l’accesso alle risorse comunitarie, di sostegno allo sviluppo economico, gestite dalla Regione Puglia». Il co-finanziamento perso è di sei milioni di euro. «Mi chiedo – conclude Vendola – se vada licenziata l’incolpevole Zoe o individuati i responsabili di tanta sciatteria».
BrindisiOggi
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