BRINDISI – Partono in questi giorni le eradicazioni di ulivi comprese nel nuovo piano per l’abbattimento degli alberi infetti dalla Xylella fastidiosa. Oggi (12 ottobre) si comincia esattamente dagli uliveti che costeggiano la ferrovia in terra di Trepuzzi (Lecce). Nei giorni scorsi, i proprietari delle aree interessate hanno ricevuto le lettere con il decreto di abbattimento. I tecnici stanno così procedendo al taglio, alla depezzatura del tronco e allo svellimento dei ceppi. Nei prossimi giorni, gli abbattimenti arriveranno anche in provincia di Brindisi. Sono giorni che montano le proteste contro i provvedimenti previsti dal nuovo piano Silletti, che prevede una vera e propria strage di ulivi nelle terre del Salento.
E sono diversi i movimenti che non si arrendono alla decisione prevista dal commissario straordinario per lì emergenza Xylella. Il Comitato No Tap ha avanzato un documento in cui si evince una coincidenza che fa pensare. Dalla sua pagina Facebook, il Comitato ha lanciato un punto di riflessione non da poco. Sono state infatti pubblicate le foto contenute nel documento sul progetto preliminare di fattibilità della Tap (Trans Adriatic Pipeline)che indicano i tracciati che dovrebbero collegare il Tap alla rete nazionale del gas.
“Coincidenze, roba da complottisti,ecc. Sarà un caso,ma i tracciati passano sul presidi di Veglie e Oria,su gli alberi malati di Trepuzzi, Squinzano e Torchiarolo e via dicendo – scrivono sulla pagina del social – Che dire degli alberi millenari della masseria Visciglito di Strudà? Noi siamo andati a fotografarli, perché coordinate GPS alla mano,gli ulivi dati per spacciato erano sui tracciati in questione: per correttezza carichiamo qualche foto, giudicate voi che tipo di batterio li ha colpiti.”
I percorsi alternativi proposti nel documento pdf al tracciato di progetto (rosso) sono due.
“La prima presenta il medesimo punto di partenza e di arrivo previsti per la linea in progetto e si sviluppa per 64 km circa, con una direttrice più interna alla costa adriatica, sfruttando il parallelismo per buona parte del tracciato con metanodotti Snam Rete Gas esistenti appartenenti alla Rete Regionale – si legge nel documento – Il tracciato interessa 18 Comuni in provincia di Lecce (Melendugno, Vernole, Castri di Lecce, Lizzanello, Cavallino, S.Donato di Lecce, Lequile, S.Pietro in Lama, Copertino, Monteroni di Lecce, Arnesano, Lecce, Novoli, Trepuzzi, Campi Salentina, Squinzano, S.Pietro Vernotico, Cellino S.Marco) e la Provincia ed il Comune di Brindisi. La direttrice di tracciato interessa territori in gran parte pianeggianti e agricoli. L’alternativa studiata è stata scartata in quanto nella prima metà del suo sviluppo transita in prossimità di aree urbanizzate in espansione. Dai sopralluoghi in campo sono emerse infatti forti criticità realizzative nelle zone di attraversamento delle principali assi viarie di comunicazione tra gli abitati di Copertino-Monteroni, Magliano-Monteroni, Magliano – Arnesano, Riesci-Novoli. Inoltre nella sua parte finale il tracciato interessa per 4,3 km circa la Riserva Regionale Orientata “Boschi di S. Teresa e del Lucci”.
Diverso – ed è quello su cui si concentrano i sospetti del Comitato No Tap – è il secondo percorso. “La seconda alternativa studiata presenta il medesimo punto di partenza, ma un differente punto di arrivo rispetto alla linea in progetto. Il tracciato infatti si sviluppa per 97 km circa nella porzione centro meridionale del territorio Pugliese, con un orientamento O-NW, immettendosi alla Rete Nazionale in corrispondenza di un impianto Snam Rete Gas esistente ubicato in località “Masseria Manampola” sul Metanodotto “Palagiano – Brindisi DN 1050 (42”)” in comune di Martina Franca (TA).
Il tracciato del metanodotto attraversa in provincia di Lecce i territori comunali di Melendugno, Vernole, Castri di Lecce, Caprarica di Lecce, Martignano, Sternatia, Soleto, Galatina, Copertino, Nardò, Leverano, Veglie e Salice Salentino, in provincia di Brindisi i comuni di Erchie, Oria, Francavilla Fontana e Villa Castelli ed in provincia di Taranto i comuni di Avetrana, Manduria, Grottaglie, Taranto e Martina Franca (ad Oria interessata sarebbe contrada Frascata, quella balzata nelle pagine di cronaca per i primi abbattimenti di ulivi presumibilmente infetti da Xylella, NdR). La direttrice di tracciato interessa territori in gran parte pianeggianti e agricoli ad eccezione dell’ultimo tratto dove la morfologia diventa collinare. Non sono interessati direttamente SIC/ZPS o Aree Naturali Protette. Inoltre la linea studiata sfrutta per una parte del tracciato il parallelismo con la Diramazione dell’Acquedotto Pugliese. L’alternativa studiata risulta fattibile, ma considerato il maggior sviluppo lineare rispetto al tracciato di progetto, che comporterebbe un maggior consumo di territorio (incremento di 31 km), si è preferito optare per la linea più breve.”
A.P.
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