SAN VITO DEI NORMANNI- Ritorna ad agosto, come da tradizione, il “Barocco Festival Leonardo Leo”, giunto quest’anno alla XXVI edizione, la rassegna itinerante di appuntamenti dedicati al patrimonio di musica antica nel segno di Leonardo Leo, organizzata dalla Città di San Vito dei Normanni con il Comune di Brindisi, il Ministero della Cultura e la Regione Puglia. Al centro ancora il musicista tra i maggiori esponenti della scuola napoletana del XVIII secolo con natali a San Vito dei Normanni per una edizione che si rinnova nel segno dei più affermati interpreti del repertorio barocco.
La finestra sulla letteratura musicale dei secoli XVII e XVIII, diretta dal M.O Cosimo Prontera e curata dal “Centro studi e documentazione Leonardo Leo”, vede la partecipazione del main partner Enel e la collaborazione delle Città di Mesagne e Lecce, della Camera di Commercio e di Fondazione Treccani. Info per prenotazioni e biglietti al T. 347 060 4118. I biglietti sono disponibili online sul circuito Vivaticket e nei punti vendita accreditati, oltre che nei luoghi dei concerti. Il costo è di 3 euro, pensato per favorire la fruibilità degli appuntamenti.
L’edizione è stata presentata questa mattina nel salone di rappresentanza della Provincia di Brindisi. Alla conferenza hanno preso parte il sindaco di San Vito dei Normanni, Silvana Errico, l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Brindisi, Gianluca Quarta, e il direttore artistico del Festival, Cosimo Prontera.
«Mi piace pensare – ha detto Silvana Errico – che il Festival sia insieme un attrattore culturale e un produttore di cultura. Le Amministrazioni hanno il dovere di valorizzare un patrimonio di memoria che trova in Leonardo Leo un cardine di grande significato e valore. Il Festival ha epicentro a San Vito, tuttavia allarga la sua dimensione a un territorio più esteso alla luce della figura di Leonardo Leo, riconosciuta in tutto il mondo come stella polare dell’arte musicale del secolo dei lumi».
«La cultura è l’asset strategico più forte – ha spiegato Gianluca Quarta – in grado di far interagire e sviluppare sinergie. Solo dalla cultura può derivare un impulso forte per il territorio, da quella bellezza dei luoghi di cui dobbiamo riscoprire il valore per rigenerare consapevolezza ed economia. Il Festival genera un’eco che travalica i confini della provincia, per questo occorre concentrare le energie per esportare il modello fuori del nostro territorio facendone un tratto qualificante e un veicolo di promozione».
«Diamo il benvenuto alla XXVI edizione del Festival – ha concluso Cosimo Prontera – nel segno di un elemento qualificante che unisce autori, correnti, periodi e stili. Siamo alle soglie del 26ª Festival e la passione per il genio della scuola napoletana ci permette di arrivare al cuore della early music. Leonardo Leo è essenza di genialità. La sua musica è arrivata a tutti sotto forma di linguaggio universale, al pari di Mozart. Senza bellezza non è possibile vivere, per questo il Festival si impegna ogni anno a testimoniare la grandezza di un’epoca illuminata che ha segnato la storia della musica».
Si comincia sabato 5 agosto con un prologo originale a partire dalle ore 21, proprio a San Vito. “Buon compleanno Maestro” è il titolo di una non-stop fino a mezzanotte per brindare a Don Lionardo, con la tradizione dello “stappo” familiare ai più giovani, e calare la città nel mood barocco. La città e la sua «Notte barocca», questa la copertina che il direttore artistico del Festival, Cosimo Prontera, ha pensato per l’opening ceremony del Festival, un programma – per la regia di Enzo Toma – che supera lo schema dello spettacolo unico nello stesso luogo: prima l’arrivo in piazza Leonardo Leo del re Carlo di Borbone, interpretato dall’attore Sebastiano Somma, con la cornice di danze storiche e musiche a corte per salutare il primo re di Napoli della dinastia borbonica. Quindi la seconda parte della “Notte barocca”, alle 23.30 in via Giudice Sardelli, dove presumibilmente si trovava la casa natale di Leonardo Leo (tutti gli indizi riportano nel luogo). Una festa a sorpresa per il compleanno di Don Lionardo con musiche di compositori “napoletani” coevi di Leo, un viaggio dalle villanelle alla canzone dal titolo «Salotto napoletano» a cura del “Trio Harmonique”.
Si continua domenica 20 agosto, alle ore 21, nel Castello Dentice di Frasso a San Vito dei Normanni, con “L’Olimpiade” – tra gli appuntamenti clou del Festival – opera composta da Leonardo Leo su libretto di Pietro Metastasio e rappresentata per la prima volta il 19 dicembre 1737 come secondo titolo della stagione con cui venne inaugurato il “Teatro San Carlo” di Napoli (il primo era stato “Achille in Sciro” di Sarro). Il M.O Cosimo Prontera dirige l’orchestra barocca “La Confraternita de’ Musici” in una composizione drammatica tra le più riuscite di Leonardo Leo che nella stesura abbandona i classici stilemi tardo barocchi. Lo spettacolo – che ripropone la regia di Enzo Toma – vede la partecipazione degli attori Sara Bevilacqua e Salvatore Misticone che faranno da controcanto tracciando il profilo del musicista attraverso il racconto dell’ambiente musicale dell’epoca e un libero epistolario tra Leo e la madre Rosabetta Pinto.
Tappa a Brindisi mercoledì 23 agosto, alle ore 21, nel chiostro di San Paolo Eremita, con il concerto dal titolo “Dal golfo di Venezia a quello di Napoli”. L’orchestra barocca “La Confraternita de’ Musici” congiunge due porti della musica tra Seicento e Settecento come Napoli e Venezia, dai quali partivano professionisti impiegati lungo un arco che da Madrid saliva a Londra e attraversava il mondo tedesco per terminare a San Pietroburgo. Un confronto ravvicinato fra due civiltà musicali lontane geograficamente che ribatte la pratica dei cori battenti, di importazione veneziana. Il funambolismo di Alessandro de Carolis (flauto dolce) proporrà un ponte tra i due mondi musicali.
Si continua domenica 27 agosto, alle ore 21, nel Chiostro dei Domenicani a San Vito, con “Il Siciliano”, tributo al genio di Alessandro Scarlatti che vede protagonisti “I Solisti dell’Orchestra Barocca Siciliana”. La splendida voce del soprano Lia Battaglia condurrà il pubblico attraverso le più belle composizioni della musica barocca. La silloge del concerto, infatti, attraversa diverse fasi della carriera del maestro e alcuni aspetti della sua variegata produzione, che sorprende ancora oggi per qualità, quantità e audacia compositiva. Ovunque si trovasse a esercitare il suo magistero compositivo, Alessandro Scarlatti lasciava il segno: giovane di bellissime speranze presso la Regina di Svezia e la sua corte romana, fu maestro della cappella vicereale e del teatro di corte a Napoli, criticato compositore di musica “difficile e complicata” da Ferdinando III de’ Medici nella sua villa di Pratolino a Firenze.
«Ciò che hai ereditato dai padri – scriveva Wolfgang Goethe – conquistalo per possederlo». Così, la musica del Festival ricuce la storia dei luoghi nei quali è rappresentata: la rassegna approda nel porto vecchio di Brindisi (zona Sciabiche, porta Thaon De Revel), martedì 29 agosto alle ore 21, per continuare il viaggio nell’arte delle commistioni, dal titolo “Improvvisando. Commingling 4”. Protagonisti il sax di Raffaele Casarano – uno dei massimi esponenti della new jazz generation italiana – e il pianoforte di Mirko Signorile. Al centro della serata il tema della commistione nel segno di Bach. Conduce la serata il giornalista Antonio Celeste.
Il complesso rupestre delle Grotte di San Biagio, in contrada Iannuzzo, fa da scenario domenica 3 settembre alle ore 21 al concerto “Viva viva li galanti” con l’ensemble assisiate “Anonima frottolisti”. Lo splendore e l’eredità culturale del Rinascimento al centro di una serata che ricrea teatralmente la grandezza e la bellezza della Corte e dei suoi attori principali. In un pittoresco affresco di questa ricca epoca – erede musicale del Rinascimento -, l’ensemble propone uno spaccato dei principali aspetti che la caratterizzarono: il potere, l’amore, la festa, la danza e la fede, attraverso un immaginario viaggio nella meraviglia delle Corti italiane del XV e XVI secolo.
La XXVI edizione del Barocco Festival prosegue mercoledì 6 settembre, alle ore 21, nella Basilica Cattedrale di Brindisi con il concerto “Bach, Corelli & Vivaldi”. Ospite Stefano Montanari, uno dei più autorevoli interpreti italiani di musica antica dell’ultima generazione, con un programma dedicato a tre grandi musicisti dell’età barocca: Johann Sebastian Bach, Corelli e Vivaldi. Bach e Vivaldi non si conobbero mai personalmente. Eppure la musica del “Prete Rosso” influenzò profondamente il giovane Johann Sebastian che, negli anni 1713 e 1714, lavorava alle dipendenze del Principe di Weimar. Fu proprio presso la corte di Weimar che Bach ebbe modo di studiare e apprezzare la musica vivaldiana creando a sua volta capolavori che resero omaggio alla musica italiana tanto di moda nella Germania dell’epoca.
Il Barocco Festival supera i confini provinciali e domenica 17 settembre, alle ore 20.30, approda a Lecce nella chiesa di Sant’Anna con il concerto per organo “Le improvvisazioni scritte”, che attraversa un programma di carattere improvvisativo che integra musiche di Strozzi, Frescobaldi, Greco e Scarlatti. Il concerto, che diventa l’occasione per inaugurare il nuovo organo della chiesa leccese, mette in focus i secoli XVII e XVIII nei quali la pratica dell’improvvisazione era utilizzata per la parte dell’accompagnamento ma consentiva anche al musicista di abbellire e arricchire il tema. Il partimento, ad esempio, era una traccia scritta su un solo pentagramma sulla quale il musicista esperto improvvisava un brano per tastiera.
Ancora tappa a Lecce venerdì 22 settembre, alle ore 20.30, sempre nella chiesa di Sant’Anna con il concerto “Le sonate sacre di Amadeus”. L’ensemble “Baroque Lumina” celebra la grande produzione del periodo salisburghese di Mozart, tra il 1772 e il 1780. Come lo stesso compositore scrisse in una lettera del settembre 1776 al Maestro Giovanni Battista Martini, le sonate venivano eseguite durante la Messa tra la lettura dell’Epistola e quella del Vangelo, pratica poi interrotta nel 1783. Per questo motivo e per il contemporaneo trasferimento di Mozart a Vienna nel 1781, le “Sonate all’Epistola” (così le chiamava l’autore) appartengono a un limitato periodo compositivo, nondimeno ricco dei suoi tratti fondamentali.
Ultimo concerto leccese giovedì 28 settembre, alle ore 20.30, ancora nella chiesa di Sant’Anna. L’ensemble “Fourvox” e l’orchestra barocca “La Confraternita de’ Musici” – diretta al cembalo da Cosimo Prontera – compiono un viaggio nella tradizione del “Contrappunto teatrale”, una sorta di moto interno alla musica, un perenne movimento che permette ai compositori di conservare la propria musica nel tempo: il segreto, ad esempio, dell’eterna giovinezza della musica di Bach. Il grande utilizzatore del contrappunto in Italia nella musica moderna è stato il grande maestro Morricone. È uno dei pochi infatti ad aver utilizzato l’armonizzazione classica nella musica da film, con frasi musicali di altissimo valore. Il programma è stato pensato per recuperare le architetture sonore legate alle cappelle napoletane tra Seicento e Settecento e restituire la strategia compositiva adottata per coinvolgere il popolo dei fedeli “napoletani”.
Il Festival torna a Brindisi sabato 30 settembre alle ore 20.30 nel Chiostro di San Benedetto con il concerto “Da Napoli a Lisbona. I concerti iberici”, a cura dell’ensemble Concerto Iberico, per la direzione di Joao Paulo Janeiro. Al centro la musica come vettore di contaminazione e l’eredità della scuola compositiva napoletana nella penisola iberica, con la figura di Domenico Scarlatti e di altri compositori a lui coevi, attivi a Napoli e a Lisbona, come Carlos Seixas che ne raccolse l’influenza pur mantenendo uno spiccato temperamento lusitano, galante e raffinato.
La XXVI edizione del Barocco Festival termina con il concerto “La Spagna e il suo Viceregno Napoli”, con Ton Koopman, uno dei più grandi maestri organisti viventi, in rassegna martedì 10 ottobre, alle ore 20,00 a Mesagne nella Chiesa Madre. Il programma è emblematico dei rapporti tra musica spagnola e italiana che, a partire dal XVII secolo, assumono un senso molto chiaro: da oriente a occidente, dall’Italia alla Spagna. Ciò è apprezzato nell’uso dei generi e nello stile, ma anche nelle successive ondate di compositori, cantanti e strumentisti che giunsero in Spagna in età barocca e anche negli arrangiamenti di opere dei grandi maestri dell’epoca.
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