BRINDISI- Oggi i pacchi da preparare sono meno, qualche famiglia è stata invitata a pranzo dai parenti. E’ il giorno di Natale. Alle ore 11 del 25 dicembre nella cucina della Caritas fornelli accesi, come tutti i giorni, con la direzione di mamma Adele, così chiamano gli ospiti Adele Tundo, che da anni si dedica alla struttura. I volontari sono a lavoro, oggi tocca preparare il pranzo alla parrocchia Cattedrale. I ragazzi del servizio civile ritorneranno a dare il proprio apporto solo a febbraio prossimo, ma qui i volontari non mancano. Anzi nel periodo natalizio aumentano. In molti vogliono dare il proprio contributo. Ma in questa storia di solidarietà c’è il doppio lato della medaglia: l’aumento esponenziale delle sacche di povertà. Quotidianamente sonno circa 230 i pasti che prepara la Caritas, 160 di questi vanno a famiglie brindisine, anziani con una pensione che non li permette di mangiare, famiglie con bambini, persone sole. Non restano a mangiare nella sede della Caritas, quotidianamente vanno a prendere la loro busta e la portano a casa con dentro un piatto caldo, che poi tanto caldo una volta a tavola non sarà più. Ma ai numeri della Caritas si aggiungono quelli delle famiglie aiutate dalle parrocchie brindisine. Dall’ultimo sondaggio si contano circa mille famiglie in difficoltà economica, quella che non ti permette di mangiare, di comprare i vestiti, le scarpe, le coperte. La povertà vera.
Le parrocchie distribuiscono i pacchi viveri, chi lo fa quotidianamente e chi settimanalmente, secondo le possibilità. “Le sacche di povertà sono aumentante soprattutto nel centro cittadino- spiega Adele Tundo- ma in difficoltà anche parrocchie come Perrino e Sant’Angelo. La maggior parte dei nostri assistiti sono famiglie brindisine”.
Oggi le cuoche della Caritas prepareranno qualche pasto in meno, qualche loro assistito è stato invitando dai parenti. Per questo pranzo di Natale un menù speciale: orecchiette al pomodoro, polpette accompagnate da insalata, frutta e panettone. Alle 12 monsignor Domenico Caliandro si recherà nella sala pranzo per gli auguri ai volontari e agli ospiti. Un messaggio di speranza per chi l’ha persa, per chi è lontano da casa, e per chi ancora ci crede che le cose possano cambiare.
Le parole non bastano, ma qui ogni giorno, come in tante parrocchie le parole diventano fatti.
Lucia Portolano
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