Vitali ammette: “Non potevo non votare quella legge”, ma querela Argese e Salonna

BRINDISI- Ha votato come tutti i parlamentari locali la conversione in legge del decreto del Consiglio dei Ministri sulla spending review, e quindi anche sul riordino delle Province con i criteri stabiliti dallo stesso Consiglio dei Ministri (350mila abitanti e 2500 chilometri quadrati). Ma ora l’onorevole del Pdl Luigi Vitali dichiara di voler combattere nella sede giusta, in Parlamento, per evitare la soppressione della Provincia di Brindisi. Lo aveva già precisato con gli altri sui colleghi azzurri una settimana fa, lo ha ribadito questa mattina in una conferenza stampa organizzata per annunciare che querelerà i segretari provinciali di Udc e Noi centro, Ciro Argese e Giuseppe Salonna, che a suo dire avrebbero diffamato la sua credibilità politica, quando hanno affermato che Vitali mentiva ai cittadini, avendo votato per la soppressione della Provincia di Brindisi. Ed oggi l’esponente azzurro si difende: “Non potevo votare contro il provvedimento del governo- spiega Vitali- perché la legge si riferiva alla spending review in generale e non solo alle Province, e il governo aveva posto la fiducia. Non si poteva entrare in merito alle singole questioni. Ora invece potremo farlo, e lo farò. Se non saranno cambiati i criteri per abolire una provincia allora voterò contro la legge che sarà presentata in Parlamento a novembre”. Per Vitali c’è ancora tempo per salvare la provincia di Brindisi, in caso contrario, auspica che i comuni vadano con la provincia di Lecce, come già hanno espresso i paesi del sud del brindisino. Il parlamentare spiega che ci sono anche altre realtà che intendono aderire a Lecce, comuni guidati dal centrodestra, salvo Fasano. Gli stessi che ieri non si sono presentati alla riunione convocata da Ferrarese. In qualche maniera questo è anche comprensibile politicamente, la Provincia di Lecce è la rocca forte del Pdl, una delle poche che ha mantenuto alle precedenti elezioni amministrative. È lecito dubitare che proprio per questo, il parametro dell’estensione territoriale per mantenere in vita una provincia sia stato successivamente modificato  proprio per far rientrare Lecce, che con il criterio precedente era rimasta fuori.

Per Vitali quella di una provincia con due capoluoghi è fantascienza. “Non sarà mai possibile- afferma l’esponente azzurro-  il ministro Patroni Griffi ha affermato ieri che non ci sarà più un’altra Bat o qualcosa di simile. Quindi esclude la possibilità con due capoluoghi”.

In realtà il comma 4-bis dell’art.17 della legge sul riordino prevede che: “ assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune già capoluogo di provincia con maggior  popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo tra i comuni già capoluogo di ciascuna provincia oggetto di riordino”.

Sulla parola “salvo”, ci possono essere diverse interpretazioni. Al momento il sindaco di Taranto ha aperto alla possibilità di un doppio capoluogo con Brindisi. Questa prospettiva potrà rientrare nelle possibillità di “accordo”, previsto dal quarto comma? Ci sono diverse interpretazioni. Per Vitali no, per Ferrarese si. La parola passa al legislatore. Ma i parlamentari in questo contesto sono i legislatori.

Lucia Portolano

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