Violenza sessuale in centro la gente ha paura, gli immigrati: “Non siamo tutti uguali”

BRINDISI- La vicenda ha qualche punto oscuro ancora da chiarire. La violenza sessuale nei confronti di un ragazzo italiano da parte di due pakistani si sarebbe consumata intorno alle 3,30 della notte in un vicolo laterale alla stazione. Un luogo buio, dove c’è un parcheggio di alcuni condomini. Intanto qui la gente dice di avere paura, avverte un senso di insicurezza. “Ne vediamo di ogni colore- afferma la dipendente di un bar vicino alla stazione- non ci sentiamo sicuri. Chiediamo più controlli.”

Le telecamere da queste parti ci sono ma non funzionano, neanche quelle del sottopasso. Per l’arco della giornata tanti ragazzi, soprattutto stranieri bivaccano in piazza Crispi. Dopo quello che è accaduto i cittaduini sono preoccupati, guardano con sospetto gli immigrati. Anche se da queste parti non è mai accaduto nulla di grave. “Non sono preoccupato per me- dice un carrozziere- ma per i ragazzi, con quello che si sente non si può stare tranquilli.”

Ma la stazione ferroviaria e la zona vicina è quella che la gente percepisce meno sicura soprattutto di notte. Un senso di insicurezza diffuso che va oltre la presenza degli stranieri. “Non sono questi ragazzi- afferma un ex capotreno- ma servono maggiori controlli in generale.” 

Da parte loro gli immigrati si difendono: “Non siamo tutti uguali- afferma un ragazzo africano- non è giusto che la colpa cada su tutti. Sono solo due che hanno fatto questo. Ognuno ragione con la propria testa.Mi dispiace tanto per quello che è successo.”

Tanti stranieri da queste parti hanno aperto delle attività commerciali., proprio di fronte al comando dei carabinieri “Anche io ho paura- dice una donna senegalese- anche io ho due ragazzine.”

C’è poi come il titolare del Kebab che si sente di ringraziare i brindisini per l’accoglienza. “Da due anni che sono qui- spiega il ragazzo pakistano- mi hanno trattato sempre bene. Se io sono bravo la gente è brava, se sono cattivo,  è cattiva. Qui ci trattano bene, noi scappiamo dalla guerra e siamo qui per una nuova vita.”

 Lu.Po.

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