Villaggio San Paolo abbandonato a se stesso: “Non c’è un parco per bambini e spazzatura ovunque”

BRINDISI – Il villaggio San Paolo a Brindisi è completamente abbandonato a se stesso, vittima di chi abbandona selvaggiamente i rifiuti in tanti angoli della zona facendolo diventare una discarica a cielo aperto. “Non c’è uno spazio verde dove poter far giocare i bambini” dichiara Claudia Esposito, residente della zona. “Sarebbe fin troppo facile dare tutta la colpa al servizio di nettezza urbana, ma la verità è che molti degli scenari presenti sono causati proprio da noi abitanti” a dirlo è Marco Carrozzini, residente anche lui al villaggio San Paolo.

Il rione è composto per la maggior parte da abitazioni, ma il problema che assale questo villaggio è l’enorme quantità di spazzatura che si trova non solo intorno agli appositi cassonetti, ma anche negli spazi verdi, ma che non possono essere sfruttati per via delle loro condizioni.

“Pretendiamo di vivere nel pulito, – continua il signor Carrozzini – ma siamo i primi che portiamo i nostri cani a spasso senza prenderci la briga di raccogliere le feci o quando abbiamo un mobile a casa che ormai vogliamo buttare e non abbiamo la pazienza di chiamare il numero verde del centro di raccolta materiale per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti, preferiamo accostarlo ad un cassonetto dicendoci che prima o poi qualcuno lo toglierà di lì”.

“Io ci vivo da anni ed è sempre stato un quartiere non solo dimenticato, ma anche inadatto ai bambini e ai cani. – sottolinea Claudia Esposito, residente del quartiere – Quando i miei figli erano piccoli sono sempre stata costretta a portarli in altre zone della città con spazi appositi per permetterli di giocare a contatto con la natura”.

Il quartiere non è solo non adatto ai più piccini, ma neanche ai cani, poiché tutti gli spazi verdi che sono presenti, sono sempre colmi di sporcizia, plastica, carte e chi più ne ha più ne metta. È impossibile lasciare libero di correre il proprio cane senza la paura che ingerisca qualcosa di non commestibile.

Alberta Esposito

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