Vigili del fuoco troppo pochi, 13 per turno affrontano oltre 40 interventi al giorno

BRINDISI- Sono i nostri eroi, gli angeli del soccorso, sono quelli che si ritrovano ad intervenire sia che si tratti di un incendio, che di un incidente , piccoli e grandi interventi dove la loro presenza fa la differenza, sono i vigili del fuoco quelli che non fanno un mestiere ma lo vivono, fino in fondo. Oggi nel Comando provinciale di Brindisi di questi angeli ve ne sono solo dodici per turno, sedici sulla carta e in un periodo come quello estivo coprire l’intero territorio è davvero un’impresa eroica soprattutto quando i telefoni del centralino squillano e più persone contemporaneamente chiedono aiuto. La drammatica carenza di personale è purtroppo una piaga di lunga data per questo Comando che nonostante tutto non si tira mai indietro e tenta in ogni modo di essere presente là dove ve ne è bisogno. “In questo momento siamo sedici persone a turno sulla carta ma in realtà rimaniamo in dodici, tredici . Con tredici persone il Comando di Brindisi copre un territorio che va da San Vito dei Normanni fino a Torchiarolo- spiega Francesco Sperto, rappresentante sindacale della Uil , lui stesso vigile del fuoco di lunga data e comprovata esperienza- Con questo numero di uomini dobbiamo fare tutto. Questo vuol dire avere solo una partenza e un supporto, per supporto si intende una autoscala , una auto gru o una autobotte. E’ veramente esiguo il personale”.  Il problema della carenza di personale si fa più pressante soprattutto nella stagione estiva quando aumentano il numero degli interventi richiesti, lo spegnimento degli incendi in primis. Nella settimana più calda di questa estate 2023, durante il mese scorso, i vigili del fuoco del Comando provinciale di Brindisi in una sola giornata sono stati chiamati a rispondere su 70 interventi,  che rapportato alle presenze in organico era quasi impossibile farvi fronte anche richiamando il personale fuori servizio, semmai ve ne fosse stato.

“In questo periodo abbiamo una media giornaliera di 40 , 45 interventi- conferma Sperto-  Siamo messi davvero male se si pensa che l’età media del Comando di Brindisi supera abbondantemente i 52 anni . E’ un Comando abbastanza vecchio perché è un Comando di arrivo non è un Comando dove parti e lo hai come prima assegnazione. Quando il vigile del fuoco arriva qui ha già dodici, tredici anni di servizio”. Manca la forza lavoro, mancano i giovani che si impegnino e diano una mano. Nel frattempo però il vecchio personale va in pensione. “Il sindacato della  Uil da anni è impegnato in questa battaglia, il sindacato tuttavia da l’input ma è la politica che dovrebbe attivarsi- dice ancora Sperto- Noi sino ad oggi non abbiamo mai avuto un politico di riferimento. Io non parteggio per nessuno. Il mio amico politico è colui che è amico dei vigili del fuoco”. Il paradosso è che poi gli stessi uomini, pochi, che mandano avanti il Comando di Brindisi vengono reclutati per partecipare ad operazioni di soccorso su altri territori con il rischio che chi resta qui non riesca a rispondere a tutte le richieste di intervento che arrivano al centralino. “Ultimamente siamo  stati chiamati ad intervenire a Lecce e a Taranto- racconta il sindacalista- ma il problema non è questo. Dobbiamo rispondere alle richieste anche fuori territorio sempre. Si tratta di un discorso più complesso che fa parte di colonna mobile regionale , di organizzazione regionale. In questo caso, cioè quando c’è bisogno di noi fuori dal territorio di competenza, le emergenze su Brindisi dovrebbe coprirle il personale libero da servizio. Peccato che  a Brindisi in questo momento storico non c’è personale disponibile perché non ci sono mezzi adeguati, perché non c’è la possibilità di avere un riposo adeguato, non riusciamo neppure a fare le ferie perché siamo pochi. Abbiamo difficoltà anche negli uffici amministrativi. E’ una situazione a catena. Veramente dovrebbe esserci un’attenzione particolare da parte della politica. Quando io sono arrivato a Brindisi tanto tempo fa eravamo ventisei a turno, oggi, ripeto, sulla carta siamo sedici, effettivi dodici”. La soluzione potrebbe anche esserci ed è stata prospettata dal sindacato già più volte nel corso degli anni. Per la Uil basterebbe riqualificare il Comando di Brindisi, con un salto di categoria arriverebbero nuove unità.

“Dovrebbe essere fatta la riqualificazione dei Comandi, tra cui quello di Brindisi che un Comando importante , io ho sempre contestato il modo di gestire le figure umane- dice Sperto- Per essere più tranquilli bisognerebbe riqualificare il Comando di Brindisi, ossia farlo passare di categoria e avere come prima assegnazione non un dirigente di fresca nomina perché non hanno l’esperienza adatta. Brindisi ha i sommozzatori, il porto, l’aeroporto, i distaccamenti cittadini, Francavilla e Ostuni. Non è facile da gestire perché Brindisi è un Comando importante . La politica dovrebbe aiutarci a riqualificare il Comando e i distaccamenti . Noi abbiamo dei distaccamenti etichettati come SD3 che significa che dovrebbero avere, sulla carta , otto persone . Ma non è possibile ora. Ma a noi bastava anche una sola unità. Ogni anno se ne vanno in pensione dalle venti alle venticinque persone. Ci dovrebbe essere il famoso turn over, dieci se ne vanno e dieci arrivano. In realtà se ci va bene ne arrivano la metà. Sta andando così già da diversi anni”. Nel frattempo i vigili del fuoco del Comando provinciale non mancano di rispondere alle tante, tantissime richieste di soccorso ed intervento che arrivano. Ogni intervento dal più piccolo al più impegnativo ha un valore e ciascuno di loro lo affronta con lo stesso impegno e dedizione , tuttavia a volte accade che bisogna fare delle scelte e dare delle priorità e questa è una cosa che costa loro davvero tanto. “E’ mortificante quando ti chiamano e tu devi rispondere che non puoi intervenire nell’immediato perché non hai abbastanza uomini- dice Sperto- perché sono già impegnati su altri interventi. Ovviamente quando questo accade è perché magari si tratta di una richiesta piccola , non certo di un soccorso importante quale può essere un salva vita. Ma per noi è ugualmente doloroso dover dare queste risposte”.

Lucia Pezzuto per Il7Magazine

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*