LATIANO – Se si riuscisse a sorvolare Latiano con un drone dotato di una videocamera si potrebbero apprezzare, tutt’intorno al paese ma anche in pieno centro abitato delle macchie che vanno dal grigio al marrone, con qualche tocco di colori pastello a ravvivare la monotonia delle sfumature del resto: non sono installazioni artistiche di qualche genio dell’avanguardia ma lo spettacolo cui si assiste passeggiando per le periferie, in alcuni punti neanche tanto periferie, e per le campagne nei pressi del paese. Contrada Specchia, lungo la via che porta a San Michele Salentino, pochi chilometri dal centro abitato.
Appena imboccata una strada laterale, percorsi pochi metri, ci si imbatte in una serie di cartelli che vietano il deposito di rifiuti di ogni tipo: la pronta risposta degli esemplari cittadini sta tutta nei serbatoi di eternit, qualcuno con manifesti segni di una tentata combustione, evidentemente troppo costosi da smaltire secondo quanto disposto dai regolamenti vigenti. L’amianto, però, non è il solo protagonista tra le masserie di pietra bianca abbandonate e gli ulivi secolari: tra carcasse di elettrodomestici, materiale di risulta edile, latte di olio alimentare di scarsa qualità, pare di stare in un bazar dell’immondizia. Il degradante spettacolo, poi, non è inscenato in una zona sperduta, deserta e non frequentata: contrada Specchia, come molte altre aree periferiche del paese afflitte dallo stesso identico problema, è costellata da villette e case estive i cui proprietari, forse, si sono arresi all’idea di convivere con lo scempio che hanno a pochi passi. Un altro punto dove la situazione è identica sta lungo la complanare della statale 7, in direzione di Francavilla Fontana, all’altezza dell’uscita Latiano Ovest.
La gravità della situazione, infatti, si certifica col tempo: sono anni, ormai, che le cose vanno così. Per cui, delle due l’una: o il servizio di pulizia lavora in maniera incessante e, puntualmente, si ritrova a combattere con un nemico invisibile che deposita continuamente porcherie d’ogni genere oppure lo scenario è rimasto immutato per chissà quanto tempo perché lo stato delle cose non è noto a chi di dovere e i rifiuti presenti nei punti critici delle campagne del paese sono sempre gli stessi finché qualcuno non ne deposita altri.
In realtà, ci sarebbe anche una terza via, forse la più preoccupante: tutti sanno e nessuno fa, magari perché è considerata una battaglia persa. Se la risposta fosse questa, la cosa assumerebbe dei contorni inquietanti perché rappresenterebbe la resa delle istituzioni nei confronti dei selvaggi: se chi ha il dover di mantenere il decoro del centro urbano e delle campagne dell’agro intorno a esso getta la spugna perché certi comportamenti barbari non si riescono a sradicare in alcun modo dalle abitudini di alcuni incivili, allora la guerra, non solo la battaglia, è persa e, tanto vale, non controllare più, non vigilare e fare di quei posti delle terre di nessuno. Tanto, investire tempo e risorse in alcune cose è uno sforzo vano, che non dà risultati.
BrindisiOggi
VIsto che paghiamo dei netturbini, al posto di stare al bar tutto il giorno a leggete il giornale e nn lo dico tanto per dire perchè non li mandiamo a lavorare nelle periferie a raccogliere tutto lo schifo che si è creato?oltre a sorvegliare le zone.?!