Viaggi della speranza, i testimoni confermano e riconoscono gli scafisti

arresto scafistiBRINDISI- Li hanno riconosciuti, ed hanno confermato le dichiarazioni rilasciate subito dopo lo sbarco. Quei sei uomini erano gli scafisti, quelli che li hanno condotti su quei tre barconi sino alle nostre coste.  Restano così in carcere i sei stranieri provenienti dall’Egitto e dalla Libia arrestati il 16 settembre scorso dagli agenti della squadra mobile di Brindisi, diretti del vice questo Alberto Somma, in collaborazione con gli uomini della Capitaneria di porto a bordo del pattugliatore Diciotti, al comando del capitano Battaglini, e della Capitaneria di porto di Brindisi guidata dal comandante Mario Valente.

I testimoni che permisero di giungere all’arresto, lunedì scorso  durante l’incidente probatorio richiesto dal pm Giuseppe De Nozza, per cristallizzare la prova, hanno confermato la versione rilasciata ai poliziotti e hanno riconosciuto i loro scafisti.

I sei restano in  carcere. Si tratta di Saraj Al Walfali, 23 anni, Abrahim Abu Yusaf Abrahim, 56 anni e Ali Hassan Mohammed,  Abdullah Helayel, 23 anni, Ahmed Saeed, 21 anni, Tufiq Yehya Mohammad, 39 anni.

I testimoni sono rimasti per queste due settimane a Brindisi in stretto contatto con l’ufficio Immigrazione della questura diretto da Stefania Occhioni, che in questi mesi ha svolto un gran lavoro, per l’accoglienza di migliaia di profughi.

Un incidente probatorio necessario per il  riconoscimenti degli indagati. I profughi  erano stati intercettati nelle acque libanesi  nei giorni precedenti il 15 settembre, 594 migranti sono stati  messi in salvo e portati a Brindisi.  Tre diversi soccorsi, sei in tutto i presunti scafisti, due per ogni imbarcazione, cinque egiziani e un libanese, il più piccolo ha 20 anni, il  più grande 58.

A confermare il ruolo dei sei uomini ci sono anche alcuni video girati durante le operazioni di soccorso. Il comandante Battaglini ha raccontato che durante quelle fasi  mentre i viaggiatori erano stati messi in salvo, uno di loro  si era nascosto nella plancia della nave e aveva con se un cellulare satellitare che squillava anche.

BrindisiOggi

 

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