Viadotto mal ridotti, tre mesi di attesa per trasportare i serbatoi da Brindisi al Barese, Scandiuzzi: “La fotografia dell’Italia”

BRINDISI – (da Il7 Magazine) Viadotti vecchi e mal ridotti, e  per poter ottenere l’autorizzazione a trasportare sei serbatoi da Brindisi a Palo del Colle, in provincia di Bari, l’azienda costruttrice ha aspettato oltre tre mesi. Ci è voluto da marzo al 22 giugno per poter procedere al primo dei dodici viaggi. Nel frattempo però è stato trovato un percorso alternativo e i sei serbatoi sono stati divisi a metà. Questo perché alcuni ponti sono ormai vecchi e non possono reggere alcuni pesi. “Siamo riusciti a mandare tre navi cariche al porto di New York, e non riusciamo a inviare sei convogli da Brindisi a Palo del Colle per un ponte. Questa è la fotografia dell’Italia”. Renzo Scandiuzzi è un imprenditore Veneto, 25 anni fa ha investito in uno stabilimento metalmeccanico nella zona industriale di Brindisi, e fornisce grandi costruzioni in tutto il mondo.

“Il nostro è un paese molto strano – dice l’imprenditore – parliamo di rilancio dell’economia ma nei fatti non sta cambiando assolutamente nulla. Quello che è accaduto per il trasporto di sei serbatoi ne è l’esempio”.

Scandiuzzi per sei mesi ha tenuto nello stabilimento sei grandi serbatori da consegnare ad Energas, che a Palo del Colle sta realizzando un deposito di gas naturale. Dopo diverso tempo che attendeva le autorizzazione dall’Anas , questa ha comunicato l’impossibilità del transito su dei viadotti. Pertanto l’azienda ha dovuto  ripresentare nuovamente la pratica proponendo un percorso alternativo.

“Siamo arrivati a sei mesi di attesa con il manufatto stoccato presso la nostra azienda – spiega – questo ha comportato l’impossibilità a completare la fornitura, non abbiamo potuto eseguire altre commesse, e quindi non è stato possibile fatturare e incassare. Il committente a sua volta non ha potuto rispettare il piano industriale. Nel frattempo la fornitura che dovevamo inviare a  Newark, nel New Jersey, è arrivata e sono iniziate le attività di messa in opera”.

Finalmente dopo mesi di attesa il 22 giugno è partito da Brindisi il primo carico verso Palo del Colle, ma per ottenere l’autorizzazione è stato allungato il percorso. Il mezzo infatti dovrà andare a Lecce, poi dirigersi verso Taranto e da lì proseguire per Bari tutto questo perché uno dei viadotti che collega la zona industriale di Brindisi alla Statale per Bari non può permettersi il peso del carico. Un carico sicuramente pesante,  ma non straordinario. Nello stesso tempo il serbatoio è stato anche diviso a metà, due parti da 200 tonnellate ciascuno, e non le 400 iniziali. I viaggi invece di sei sono così diventati dodici. “Abbiamo infrastrutture vecchie e logorate – dice ancora – In Italia ci lamentiamo dei ponti che crollano, ma non solo non viene fatta la dovuta manutenzione, un terzo di questi andrebbero completamente rifatti. Dobbiamo prendere coscienza che i viadotti in questo paese hanno 50 anni e sono alla fine della vita”.

Per l’imprenditore che ha uno stabilimento anche a Treviso non è più questione tra nord e sud. Il gap infrastrutturale ormai è in ogni parte dell’Italia.  “Se prima si poteva parlare di una differenza tra meridionale e settentrione – aggiunge – oggi non è più così. Siamo ormai allo stesso degrado intellettuale e infrastrutturale. Al sud questo è più accentuato perché è una storia vecchia. In Veneto per realizzare 30 chilometri di superstrada da Vincenza a Treviso ci hanno impiegato 10 anni. È la struttura di base che è logorata. Se solo si pensa che per gestire la questione vaccini è stato messo un generale dell’esercito perché la politica non riusciva a risolvere i problemi. Io non voglio essere pessimista, ma i fatti sono questi”.

Scandiuzzi da anni punta allo sviluppo dello stabilimento di Brindisi proprio per la sua posizione strategica. Qualche settimana fa ha inviato nel porto di New York alcune strutture per la costruzione di un intero hangar che verrà utilizzato come deposito di sommergibili. Tutto è stato costruito a Brindisi. Le navi sono partite dal porto per arrivare negli Stati Uniti. “Quando si tratta di raggiungere i posti via mare qui va tutto bene – dice – il problema sorge con la viabilità stradale. Il problema è che la politica capisce molto poco. Da 25 anni che sono a Brindisi e credo che questa città dovrebbe avere una marcia in più grazie al suo importante porto, che invece è sottoutilizzato. Ho sentito solo grandi discorsi,  ho visto sulla carta grandi progetti ma non ci sono mai stati gli effetti pratici. Spero che l’Italia utilizzi bene almeno un terzo dei soldi che dovrebbero arrivare, solo così potrebbe realmente ripartire”.

Lucia Portolano

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