BRINDISI – (da il 7Magazine di Lucia Portolano) Via libera al deposito costiero di gnl a Costa Morena nel porto industriale di Brindisi. Il ministero della Transizione ecologica rilascia l’autorizzazione al progetto del deposito di gas naturale liquefatto, presentato da Edison. Il Comune non ci sta, e presenta ricorso al Tar di Lecce. Un ricorso contro tutti, contro tre ministeri, e la Regione Puglia, che attraverso un atto di giunta ha rilasciato l’autorizzazione all’installazione dell’impianto. Il disco verde del ministero della Transizione ecologica è arrivata dopo il vaglio di numerosi enti, che ne hanno valutato la pericolosità. Il Comune di Brindisi, difeso da un legale esterno, l’avvocata Rubina Ruggeri, in questi giorni ha depositato il ricorso al tribunale amministrativo di Lecce. In passato il progetto di Edison aveva spaccato la maggioranza di Riccardo Rossi, tanto da non riuscire a discutere della questione in consiglio comunale. Il giorno della seduta consiliare venne a mancare il numero legale, con tre consiglieri di maggioranza usciti dall’aula: due del Pd e uno di Italia viva. E nel Partito democratico, anche a livello regionale, sono in tanti a sostenere il progetto, compresa la giunta Emiliano, che senza alcuna difficoltà ha licenziato l’autorizzazione all’impianto. Il ricorso è contro il ministero della Transizione ecologica, il ministero dell’Interno, il ministero delle Infrastrutture, la Regione Puglia e contro Edison. E a sua volta contro tutti gli enti che hanno dato parere favorevole. È stato lo stesso sindaco di Brindisi a spiegare le ragioni del ricorso. Tre i motivi principali. Primo: l’interferenza del deposito con l’importante infrastruttura ferroviaria, da oltre 100 milioni di euro, in fase di realizzazione che avrà tra gli effetti principali la possibilità di realizzare i convogli merci di sostanze infiammabili e pericolose fuori dalla stazione di Brindisi, eliminando i problemi critici di sicurezza che ci sono. Secondo: la valutazione di impatto ambientale, assente nel procedimento autorizzativo, <ci sembra assolutamente necessaria per garantire il rispetto dell’ambiente e della salute in una città sancita da un decreto del Presidente della Repubblica come area ad elevato rischio di crisi ambientale>, dice Rossi. E tre, la mancata valutazione del parere della giunta comunale che ha impedito l’esame di tutte queste problematiche. In realtà il ministero attendeva il parere del consiglio comunale, che appunto non è mai arrivato visto i problemi della maggioranza. Il parere negativo era stato espresso solo dalla giunta. Il mancato invio del parere dell’assise civica a Roma, è stato considerato dal Ministero come “silenzio assenso”. Nessun parere ha inviato anche la Provincia di Brindisi. Nel ricorso si chiede direttamente l’annullamento dell’autorizzazione e non la sospensiva. Questo ha fatto sollevare molti dubbi agli avversari politici, ma anche a chi nel centrosinistra sostiene l’opera.
Nel dettaglio l’autorizzazione rilasciata dal Ministero prevede l’installazione e l’esercizio di un deposito costiero di stoccaggio di gas naturale liquefatto (GNL), all’interno del porto di Brindisi, in posizione prossima al varco di accesso Morena Est. L’impianto è costituito da un serbatoio verticale a pressione atmosferica di capacità di 19.500 metricubi, e l’ormeggio delle metaniere presso il molo di Costa morena est, in conformità al progetto approvato con le modifiche e prescrizioni formulate in sede istruttoria. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di interventi infrastrutturali e impiantistici necessari a consentire: l’attracco di navi metaniere per lo scarico del gnl al deposito, aventi capacità di carico fino a circa 30.000 metricubi; l’attracco di navi metaniere (bettoline) per il carico di gnl dal deposito aventi capacità di carico minimo di 1000 metricubi; e il trasferimento del prodotto liquido (gnl) dalle navi gasiere al serbatoio di stoccaggio, e da quest’ ultimo alle bettoline (“terminal to ship”), attraverso bracci di carico. Include inoltre baie di carico autocisterne; e sistema di rilascio a torcia. Tre le operazioni principali: l’approvvigionamento del gnl via nave di piccola taglia da un terminale di rigassificazione; lo stoccaggio nel deposito costiero e la vendita del combustibile per il trasporto pesante attraverso la distribuzione via terra con autobotti, o rifornimento navi attraverso un bunker vessel.
L’investimento per la realizzazione dell’opera è di circa 100 milioni di euro con impiego di manodopera sia durante le fasi di costruzione, che successivamente in quelle operative. La durata preventivata per il completamento dei lavori è di circa 36 mesi dall’ottenimento di tutte le autorizzazioni. Edison durante l’incontro pubblico, tenutosi a Brindisi un anno e mezzo fa, parlò di ricadute positive sul territorio. Con il porto di Brindisi infrastruttura chiave per l’approvvigionamento del combustibile alternativo, indirizzato al traffico crocieristico, ma anche come polo di attrazione preferenziale per i traffici dei mezzi navali “green”. Per quanto attiene alla rete di distribuzione stradale la società spiegò, sempre in quella occasione, che il Piano Energia e Clima ha posto come obiettivo lo sviluppo di una rete di 800 distributori di gnl per mezzi pesanti entro il 2030: ad oggi i punti vendita di GNL operativi in Italia sono 87 e sono concentrati per lo più nel centro-nord Italia. In Puglia è operativo un solo punto vendita, e dei 35 in via di sviluppo, nessuno è nella regione (Fonte Federmetano) lasciando quindi intravedere ampi margini di crescita per il mercato.
Intanto contro il ricorso del Comune si è espresso il consigliere regionale del Pd Fabiano Amati, presidente della commissione regionale Bilancio. Amati da sempre contesta la linea dura di Rossi sugli insediamenti industriali e portuali. < La giunta comunale di Brindisi – dice Amati – insorge contro il governo, la regione e tutti gli enti possibili e immaginabili, per impedire la realizzazione del serbatoio gnl. Siamo alla lite temeraria. Il problema è che nemmeno loro credono nel ricorso, tanto da non aver chiesto la sospensione cautelare del provvedimento impugnato, e se ne servono solo per mettere in scena l’ideologia inquinante no-a-tutto contro l’attività amministrativa ambientalista del Si con giudizio>. Amati chiede chi pagherà la parcella dell’avvocato, e sollecita i suoi compagni di partito. <Attendo l’intervento del Pd di Brindisi – aggiunge il consigliere regionale – e del gruppo consiliare al Comune per stigmatizzare la decisione della giunta municipale, considerato che il nostro partito è fortemente ambientalista, impegnato per il raggiungimento di tutti gli obiettivi di transizione e quindi indisponibile ad avallare scelte ideologiche e inquinanti>.
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