BARI – Sembra essere ancora lontano il momento per cui i dipendenti dei servizi bibliotecari e legati alla valorizzazione dei beni culturali di Brindisi. Nella giornata di oggi (24 marzo) si è svolto un incontro in Regione Puglia con le sigle sindacali per comprendere quale futuro si prospetti per chi lavora in Biblioteca, nei musei e nella pinacoteca di Brindisi, in seguito al riordino delle province. Le organizzazioni sindacali potranno ora produrre delle osservazioni a breve giro di tempo, ma il pericolo è che a salvarsi potranno essere solo il 60 per cento degli addetti, lasciando a casa quasi la metà dei dipendenti, con una drastica riduzione nell’offerta dei servizi al cittadino.
“Quello di oggi era un primo incontro, in cui con i sindacati la Regione ha cominciato a dialogare su una bozza di proposta di legge che si occupi della ricollocazione dei dipendenti tagliati dai servizi considerati non di prima necessità – dichiara Evy Galiano – Un punto su cui sono diverse le criticità riscontrate. Questa tipologia di servizi passerà dalle Province alla Regione, che dovrebbe mantenere dei presidi attivi nei territori”.
Il problema, però, è sempre lo stesso. “C’è una difficoltà economica: la Regione Puglia non riuscirebbe ad assumere tutto il personale, come invece è avvenuto per la Polizia Provinciale, che è salva”.
A vivere questo disagio, sono gli impiegati dei servizi di valorizzazione di beni culturali delle province di Brindisi, Lecce e Foggia. Discorso diverso è quello per i dipendenti di altri settori. “Per quel che concerne i servizi sociali, la protezione civile, le attività produttive, l’agricoltura, lo sport e le politiche giovanili, i dipendenti possono essere assorbiti dalle amministrazioni comunali, laddove vi siano i fondi per inserirlo in organico, giacché nella bozza di proposta di legge si trasferiscono le competenze di questi settori ai Comuni”.
BrindisiOggi
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