BRINDISI-Vertenza Centrale Enel , i lavoratori bloccano la statale, la Uil : “Disinnescare bomba sociale”. Questa mattina al termine di un’assemblea delle organizzazioni sindacali, che si è svolta davanti ai cancelli della centrale Enel di Cerano a Brindisi, nell’ambito delle iniziative di protesta contro un processo di decarbonizzazione ancora “con poche certezze sul fronte occupazionale”, alcuni lavoratori hanno deciso di proseguire la mobilitazione raggiungendo a piedi la strada statale 613 che collega Brindisi a Lecce. Non pochi i disagi che si sono registrati al traffico su questa arteria ad altro scorrimento. Sul posto anche la polizia locale di Brindisi, personale della questura e carabinieri per bloccare gli accessi verso la superstrada ed evitare pericoli a chi stava percorrendo a piedi la 613 in direzione nord. A protestare sono stati sia i lavoratori diretti della centrale ma anche i dipendenti delle aziende dell’indotto. “La grave situazione della centrale Federico II è solo l’apice di un processo lungo anni di progressiva desertificazione industriale di Brindisi, frutto di azioni silenti ed inconcludenti da parte di chi negli anni è stato chiamato a decidere sui destini dell’industria nel nostro territorio. Una pericolosa bomba economico-sociale che i sindacati denunciano da tempo e che occorre disinnescare con ogni mezzo per non ritrovarsi con sole macerie”. Lo dichiara in una nota Fabrizio Caliolo per il coordinamento Industria della Uil di Brindisi (Uil – Uiltec, UilM, Feneal Uil e UilTrasporti) in riferimento al futuro della centrale Enel di Brindisi. Il 31 maggio poi una manifestazione cittadina unitaria Cgil e Uil su Cerano, “sempre con il medesimo obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e chiedere un futuro chiaro per lo stabilimento brindisino”. Caliolo auspica che “anche le istituzioni del territorio facciano la loro parte in questo importante passaggio storico per Brindisi confidando, in particolare, nella sensibilità verso le istanze sociali che ha sempre caratterizzato l’impegno del prefetto”. “Tuttavia la vertenza Cerano ha assunto i contorni di una vera emergenza sociale ed è in fasi come quella attuale – conclude Caliolo- che occorre fare rete per difendere la dignità di tanti lavoratori e delle loro famiglie. Ne va del futuro di questa terra”.
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