BRINDISI – Braccia incrociate e molti dubbi sul proprio futuro: è in questo clima che si è svolto, anche a Brindisi, lo sciopero generale dei dipendenti degli stabilimenti Eni Versalis, che da tempo chiedono spiegazioni sulla cessione del 70 per cento delle quote della Versalis ad un nuovo partner straniero da parte di Eni, l’americana SK Capital.
Come è accaduto a Priolo Gargallo, Ferrara, Mantova, Porto Marghera, Porto Torres, Ragusa e Ravenna (gli altri 7 stabilimenti sparsi in tutta Italia), anche a Brindisi i lavoratori hanno incrociato le braccia in attesa di fare luce sulla vicenda e in particolar modo sul proprio futuro occupazionale. La cessione ad un nuovo partner, infatti, non garantirebbe la sicurezza della prosecuzione del contratto di lavoro. Per questo, tutti i dipendenti Eni – Versalis si sono uniti nel chiedere chiarimenti all’azienda madre e alle istituzioni e sindacati di essere loro vicini in questo frangente.
“Lo sciopero di oggi è andato bene – ha dichiarato Emilio Miceli, segretario generale nazionale della Filptem CGIL, insieme alla segretaria generale territoriale CGIL di Brindisi Michela Almiento – ed è già una prima, buona cosa, ma ovviamente non basta. Noi chiediamo all’azienda di togliere dal tavolo delle trattative la proposta di vendere il 70 per cento delle quote alla SK Capital, con la quale sta trattando. Solo dopo questo passo, torneremo a discutere”.
In questo momento delicato, importante è anche il ruolo del Governo nazionale, che già è stato parte delle trattative chiedendo di farsi portavoce con l’azienda del non vendere le quote al partner straniero, ma non solo. “Al Governo chiediamo di uscire dalla discussione per fare in modo che la Cassa Depositi e Prestiti possa intervenire come partner finanziario dell’attività italiana. Dopodiché, decideremo una nuova iniziativa nazionale”.
Foto Gianni Di Campi
A.P.
Quello che mi divertirebbe, se la situazione non fosse tragica, è la faccia tosta del sindacato che fa finta di contare ancora qualcosa. La prima cosa che ha detto il Sig. Miceli, nazionale della CGIL, è che “lo sciopero è andato bene”. Che vuol dire? Dubito che l'”andare bene” di uno sciopero intacchi minimamente la strategia dell’ENI. O che muova a compassione il governo con la “mobilitazione popolare” viste le dichiarazioni del ministro Guidi: “l’ENI è una società partecipata MA AUTONOMA!”