BRINDISI – Un concerto nel foyer del Nuovo Teatro Verdi. Il primo appuntamento del festival “Verdi in Jazz” – in programma sabato 5 novembre alle ore 19 – vede protagonisti Angelo Trane al sax, Andrea Rongioletti alle tastiere, Alfredo Bochicchio alla chitarra e Alessandro Monteduro alle percussioni, in “Big City Block”, una fusione di energia tra un calice di vino e una rotta sonora ispirata al Jazz, al soul e al funk che valorizza la creatività e la personalità degli artisti in scena. Il biglietto costa 12 euro – disponibile presso il botteghino del Teatro (apertura anche sabato mattina dalle 11 alle 13 e nel pomeriggio dalle 17.30) e online sul circuito Vivaticket – ma è ancora possibile sottoscrivere l’abbonamento all’intero festival, in tutto quattro appuntamenti fino al prossimo febbraio, al costo di 40 euro. Il festival è organizzato dal Teatro Pubblico Pugliese e dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi – con il sostegno del main sponsor Enel – e partecipa all’offerta del politeama brindisino per la stagione 2022-23, un viaggio trasversale nel carattere multidisciplinare del teatro. Il primo concerto di “Verdi in Jazz” sarà anche un incontro tra la musica e il vino offerto al pubblico da Cantine Risveglio.
Quello tra vino e musica Jazz è un connubio che ha una lunga storia alle spalle in diversi territori italiani, e il festival del Verdi lo riqualifica curvando i concerti in un’atmosfera lounge pensata nel foyer di grande suggestione ed emozionalità. Esiste una copiosa iconografia tutta in bianco e nero che evoca il Jazz del secolo scorso immortalandone i protagonisti con un bicchiere in mano dentro fumosi club newyorkesi saturi di umidità alcoliche. Due mondi apparentemente distanti che tuttavia hanno spesso incrociato le loro orbite inseguendo lo stesso percorso storico e creativo: mondi universali difficili da collocare perché parlano una lingua senza geografie, come quella del gusto e del suono. “Verdi in Jazz” vuole per questo regalare il piacere dell’incontro tra swing e armonia, un po’ come quello tra culture diverse che in terra d’America ha generato uno stile musicale tutto nuovo per poi diffondersi capillarmente e diventare in pochi decenni il baricentro dell’interesse e della creatività in Europa.
Sarà ciascuno spettatore a scoprire il proprio senso del gusto, la propria capacità di ‘sentire’ il suono universale alla scoperta di un “armonico colore” dietro al quale si nasconde passione, conoscenza e amore per le cose belle della vita. Il sassofonista Steve Lacy diceva che «Il jazz è un virus, un virus di libertà, che si è diffuso sulla terra “infettando” tutto ciò che ha trovato sulla sua strada: il cinema, la poesia, la pittura, la vita stessa». Così, “Verdi in Jazz” diventa una scommessa, quella di fare incontrare le arti, dialogare le eccellenze del territorio, offrire spazi alla creatività, esibire jazzisti di richiamo nazionale e internazionale in una dimensione, come il foyer del Verdi, che contamina il presente con culture e civiltà di altre epoche: insomma, un percorso plurale aperto alle innovazioni e alle partecipazioni. Il Jazz è un’emozione, uno stato d’animo, un modo di essere o uno stile di vita. Ciascuno dei musicisti o degli ascoltatori Jazz riscopre una versione differente di se stesso: Angelo Trane è un musicista completo, un artista che ha affermato il suo talento attraverso anni di studio, importanti collaborazioni e una visibilità e notorietà ormai acclarate. Laureato in saxofono Jazz al conservatorio di Campobasso, ha nove dischi all’attivo. Ha lavorato con diversi musicisti di fama internazionale come Tommy Campbell, Nina Simone, il gruppo di Carlos Santana e Lionel Richie. Ha collaborato come primo sax tenore in orchestre Rai (Paolo Belli; Orchestra Terra d’Otranto) e ha partecipato in film come musicista e attore.
Un lungo percorso autoriale e di ricerca costruito grazie anche alla sua indole all’ascolto, al mettersi in gioco che è la cifra stilistica della sua produzione discografica sempre orientata alla qualità e arricchita dal dialogo, dal confronto e dalla interazione con gli altri musicisti, con i luoghi della sua terra e con l’idea stessa di musica, ponte, collegamento virtuoso che armonizza le diversità e apre al dialogo. Il programma integra brani composti per saxofono e pianoforte-tastiere, melodie mediterranee spesso influenzate da sound afroamericani, in cui molta cura è dedicata al groove, senza tralasciare la ritmica dei loops elettronici. Il dialogo tra il sax e il piano fa da cornice perfetta per la godibilità dell’ascolto.
«Il Jazz è l’aria che respiro, è la vita – ha detto Angelo Trane -, è tutto ciò che gira attorno, è una vera dichiarazione di libertà, collettiva e individuale: nel Jazz ci sono tutte le virtù che dovrebbero informare la nostra società, come l’ascolto, l’immaginazione, l’esplorazione, la disposizione al bene comune. Al Verdi faremo ascoltare il lavoro discografico che ho condiviso con Andrea Rongioletti durante l’ultimo lockdown. È un inno all’amore, tanto che il titolo di ogni traccia conteneva inizialmente la parola “love”, poi abbiamo cambiato per dare una veste diversa ai brani. Nel periodo più buio della pandemia abbiamo voluto mettere al centro l’amore in quanto forza attrattiva e unitiva che ci ha molto aiutato nella composizione. Io sono di Brindisi ma vivo a Roma da anni. Esibirmi al Verdi non sarà soltanto una grande emozione, ne sento forte la responsabilità».
BrindisiOggi
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