BRINDISI – Ottobre, periodo di funghi e iniziano anche i controlli da parte della Municipale a Brindisi. Sette i verbali che questa mattina gli agenti guidati dal comandante Teodoro Nigro hanno elevato ad altrettanti venditori ambulanti perché i funghi erano del tipo vietato o perché non avevano tutte le autorizzazioni necessarie per la vendita. I controlli sono stati effettuati in sinergia con gli ispettori della Asl.
Scattano le verifiche anche per i venditori ambulanti di funghi per le strade del capoluogo. L’obiettivo è quello di salvaguardare la salute dei cittadini e anche accertare che si tratti di funghi controllati e certificati dal servizio micologico della Asl di Brindisi. Tanti sono stati i casi di intossicazione da funghi, nelle ultime settimane, in tutta la provincia di Brindisi.
I vigili urbani, questa mattina, durante i controlli hanno multato sette venditori ambulanti e sequestrato 20 chili di funghi poiché non rispecchiavano la normativa vigente.
L’attività di controllo è stata estesa nei boschi cittadini ovvero in contrada Jaddico e nella frazione di Tuturano, così come nei quartieri Commenda, Cappuccini e S’Angelo.
Inoltre, sonostati multati anche quattro venditori ambulanti di fiori che si erano posizionati in viale San Giovanni Bosco e in via Appia poiché risultavano privi delle necessarie autorizzazioni per occupare il suolo pubblico.
Non sono mancati, anche, i controlli in via Appia per il parcheggio selvaggio. Anche in questo caso diverse sono state le multe elevate agli automobilisti incivili che avevano parcheggiato le proprie autovetture sui marciapiedi o in doppia fila.
BrindisiOggi
Conosco l’attività ambulante ritratta dalla prima foto, a ONOR DEL VERO devo dire che qui ho SEMPRE trovato i tagliandini del controllo effettuato dall’ ispettore competente dell’ASL, non credo sia giusto associare questa vicenda all’immagine di tale attività.
Conosco l’attività ambulante ritratta dalla prima foto, a ONOR DEL VERO devo dire che qui ho SEMPRE trovato i tagliandini del controllo effettuato dal ispettore competente dell’ASL, non credo sia giusto associare questa vicenda all’immagine di tale attività.