BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Nell’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata tra il 23 e 24 dicembre è stata isolata per la prima volta in Italia la variante inglese. In meno di due mesi la variante si è diffusa notevolmente, ed è presente in Puglia per il 38,4 per cento dei positivi al Covid. Questo è quanto emerso da una rilevazione rapida richiesta dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità alla Regione Puglia. L’attività di sorveglianza è stata effettuata dal laboratorio di epidemiologia molecolare e sanità pubblica del Policlinico di Bari e dall’Istituto di zooprofilassi della Puglia e Basilicata, diretto da Antonio Parisi.
Dottor Parisi cosa è emerso dalla vostra rivelazione?
“Bisogna fare una premessa: i dati attualmente disponibili riguardano un campione non effettuato con una base statistica consolidata. Si tratta di una rilevazione rapina su un certo numero di campionamento, che però ha confermato che la variante circola ormai in tutta la regione, e se aumentano i contagi potrebbe diventare la variante dominante e sostituirebbe le varianti dei mesi scorsi”.
Cosa vi preoccupa della variante inglese? Quali sono le caratteristiche?
“Questa variante non ha una particolarità di tipo clinico o immunologica, cioè non esistono dei sintomi diversi rispetto alla malattia contratta sino a questo momento. Né tanto meno i sintomi sono più gravi. Ciò che cambia è la capacità di contagio. È più contagiosa rispetto al precedente. Quello che ci preoccupa è che l’aumento dei contagi vuol dire più ricoveri e quindi maggiori decessi. Per questo bisogna lavorare per limitare i contagi”.
Avete rilevato altre varianti in Puglia?
“Stiamo organizzando un attività specifica per fare delle rilevazioni, ma al momento non abbiamo nessuna segnalazione particolare di varianti diffuse, a parte quella inglese. Dopo l’estate abbiamo rintracciato la variante spagnola, nel tempo si sono susseguite almeno una trentina di varianti poi scomparse. Nel mondo sono state identificate 866 varianti”.
Per la provincia di Brindisi su 129 campioni positivi avete individuato 72 casi di variante inglese, pari al 55, 8 per cento. La percentuale più alta della Puglia. C’è qualcosa che ha particolarmente inciso per il contagio? Ci sono dei legami tra questi contagi?
“Non farei una classificazione tra territori pugliesi, si tratta di un campionamento che ha bisogno di un ulteriore filtro. È possibile che abbia influito un focolaio che si è creato in una determinata zona nel giorno in cui è stato fatto il campionamento. I dati verranno ulteriormente approfonditi. Quello che è emerso è che la variante c’è e si è diffusa. Il nostro lavoro ha risposto alla Quick Survey richiesta dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, successivamente entreremo nel dettaglio con un filtraggio dei dati”.
Il vaccino anti Covid è efficace sulla variante inglese?
“Il nostro istituto ha pubblicato uno studio sui soggetti guariti dalla malattia, ed in vitro è stato dimostrato che gli anticorpi sviluppati (durante la malattia) erano in grado di neutralizzare la variante inglese. Si può giungere alla conclusione che anche il vaccino possa essere in grado di bloccare questa variante. Inoltre quello che è accaduto nella Rsa di Fasano, dove si sono contagiate persone già vaccinate, evidenzia che i pazienti, seppur positivi, sono asintomatici e stanno bene. E questa è un’ottima notizia dove il vaccino influisce a non provocare gravi conseguenze”.
Ci sono soggetti più a rischio? È vero che questa variante colpisce soprattutto i bambini?
“C’è un certo numero di bambini risultati positivi, ma non si può dire che ci sia una predilezione. Se si considera infatti il dato generale non emerge una predisposizione dei bambini. È chiaro che se un bambino si contagia con la variante inglese di conseguenza anche gli altri avranno la stessa variante e i contagi aumentano.
Che cosa bisogna fare?
“Bisogna essere rigorosi ed evitare i contagi. Deve continuare l’attività di sorveglianza, importante per comprendere le dinamiche dell’incidenza della malattia e capire se ci sono delle varianti capaci di infettare gli immuni. Quindi varianti resistente al vaccino. Questo lavoro è fondamentale per sconfiggere la pandemia”.
Molti virologi hanno chiesto un lockdown totale per bloccare una terza ondata dovuta alla variante inglese. È d’accordo?
“Non sono d’accordo con un lockdown. Ma è la mia personale opinione. Molte restrizioni ci sono già, il problema è che non vengono rispettate. Renderle ancora più rigorose per poi evaderle sarebbe inutile. Bisogna cercare di far osservare le attuali restrizioni, purtroppo vedo gente in fila, assembrata e senza mascherine. L’auspicio è riuscire a contenere il fenomeno con le restrizioni già in vigore”.
Lucia Portolano per Il7 Magazine
Beh, sono contenta di non essere stata la sola a notare gli assembramenti indecenti a Brindisi…e zero controlli! A meno che per controlli non s’intenda il timido e indolore passaggio di qualche pattuglia