BRINDISI– A due passi dal assassino della propria bambina, quante cose si potrebbero dire, urlare…ma il fiato si ferma in gola e le parole proprio non escono. Papà Massimo e mamma Rita sono rimasti così senza dire una sola parola, stretti nel loro dolore con lo sguardo rivolto alla Corte. In un’aula di tribunale gremita di gente, tra avvocati, parti lese, famigliari delle vittime, giornalisti e forze dell’ordine, i genitori di Melissa Bassi sono rimasti seduti in silenzio, senza voltarsi una sola volta verso la gabbia dove si trovava Giovanni Vantaggiato, il reo confesso
A parlare per loro, l’avvocato Franco Orsini : “E’ difficile per loro stare qui oggi, ma lo dovevano a Melissa. Parteciperanno a tutte le udienze ma non parleranno, non per ora…non se la sentono e poi è una forma di rispetto verso la Corte”.
Hanno la forza di parlare però Azzurra e Selena due delle cinque ragazze gravemente ferite nell’attentato di quel maledetto 19 maggio. “Vogliamo solo giustizia- dice Selena – quell’uomo non merita considerazione”. Eppure per un attimo Azzurra e Selena si avvicinano alle sbarre, in cerca dell’uomo che ha segnato per sempre le loro vite. La polizia le blocca, non sono autorizzate…dicono.
“Mi fa schifo – dice Azzurra- ma volevo guardarlo in faccia”. Forza e tenacia dei suoi 16 anni, con un sorriso poi si abbraccia all’amica e si lascia fotografare. Non riesce invece a stare davanti all’obiettivo Sabrina, difficile per lei parlare, ma coraggiosa abbastanza per stare lì seduta e rispondere “si, ci sono” quando il giudice chiede se anche lei è presente. Resta in disparte, quasi si nasconde Anna, anche lei parte offesa, ferita nella deflagrazione dell’ordigno.
Mancano le sorelle Capodieci, Vanessa e Veronica non ce l’hanno fatta a venire. Nessuna tensione durante l’udienza, niente urla, c’è ancora troppo dolore e incredulità anche dinnanzi ad un uomo come Giovanni Vantaggiato che sfida l’opinione pubblica e si presenta all’udienza, nonostante, dicono, i problemi di salute. Ci sono volute due guardie penitenziarie per sostenerlo e farlo sedere. Trascinava a stento le gambe, come a non aver forza.
Smagrito, con le occhiaie, stretto in un giubbino beige si è accomodato su di una sedia e non si è mosso se non per lasciare l’aula ogni qualvolta il giudice usciva per riunirsi in camera di consiglio. A fargli da scudo, le forze dell’ordine, flash e riprese non sono state autorizzate, l’avvocato Franco Orlando ha negato il permesso di diffondere immagini che lo ritraggono.
Ma la schiera di carabinieri e polizia era lì davanti anche per evitare che le vittime incrociassero i loro sguardi con il reo confesso. Insulti e grida si sono sentiti solo questa mattina all’arrivo del cellulare della polizia con a bordo Vantaggiato. Dalle finestre di una delle aule del Morvillo Falcone, ironia della sorte, proprio quella di Melissa che si affaccia davanti al Tribunale, le urla dei compagni di classe: “Vogliamo giustizia!”
Lucia Pezzuto
Clicca sulla foto per scorrere le immagini
[slideshow id=14 w=458 h=460]
Commenta per primo