BRINDISI– Il racconto di quei minuti del 19 maggio scorso, di quella esplosione fuori dalla scuola Morvillo Falcone dalle parole di Vanessa a Veronica Capodieci, le due sorelle rimaste ferite dallo scoppio della bomba, dove è morta la loro amica Melissa Bassi. Loro due sono nella lista dei testimoni richiesta dal pm Guglielmo Cataldi. E parte proprio con l’interrogatorio a Vanessa la quarta udienza del processo contro Giovanni Vantaggiato, l’uomo reo confesso dell’attentato.
Anche questa volta lui non c’è, non si presenta in aula, a differenza delle prime udienze. Vanessa racconta il suo arrivo alle 7,39 in autobus con la sorella, scendono di fronte al tribunale, fanno un po’ di strada a piedi sino all’angolo della scuola dove c’erano Selena, Melissa, Sabrina e Azzurra. Vide il bidone blu della differenziata vicino all’ingresso, ci fece caso perché loro a scuola non faceva la raccolta differenziata. Prese in mano il cellulare per vedere l’orario e poi l’esplosione. Questo forte boato.
Avevano da poco superato il bidone, sua sorella era davanti. Quando si risveglia Veronica non era più avanti a lei ma dietro, e aveva il torace squarciato. La prende per mano la porta nella scuola, la fa sedere e le copre l’addome con il giubbotto. “Lei piangeva, singhiozzava non respirava bene- le dicevo di non preoccuparsi- Quasi nessuno ci aiutava, solo il bidello Mimino, e il mio insegnate di inglese”.
Minuti interminabili raccontato dalla studentessa. “Non è stato facile ricordare quei momenti- ha poi detto alla stampa Vanessa- ma dovevo farlo”. Poi la volta di Veronica, lei che è stata in ospedale diverse settimane, prima a Brindisi, poi a Lecce e a Pisa, ha raccontato al giudice di aver subito 8 interventi, e ne deve fare ancora altri, ha perso due dita della mano sinistra, e ha problemi anche all’udito. “Pensavo fosse un sogno- ha detto in aula- dal quale mi sarei svegliata”. Ricordavano tutte le due giovani ragazze.
Ma oggi davanti alla Corte d’assise di Brindisi hanno deposto anche due importanti testimoni, utili per ricostruire la vicenda: colui che ha venduto le schede radio e i telecomandi che sono stati utilizzati per l’esplosione Giorgio Magagnino della Digitec (società di Corigliano D’Otranto), e l’unico dipendente dell’azienda di Vantaggiato, Giovanni Chiriatti.
Magagnino racconta al magistrato di aver venduto quattro telecomandi a Vantaggiato, e di aver incontrato due volte l’uomo di Copertino per fornirgli il materiale, ma questi non si era mai presentato. “Avevo memorizzato il suo numero di cellullare- dice Magagnino- scrivendo Lecce. Mi aveva detto che gli serviva una scheda radio e un telecomando per attivare dell’elettrovalvole per il sistema di irrigazione. Poi ha voluto anche un’antenna per potenziare la distanza, e mi ha chiesto delle telecamere. Ci siamo visti due volte, è venuto solo. Aveva un aspetto trasandato da contadino.Dopo la strage anche quando ho visto le foto non l’ho riconosciuto. La fattura ha la data del 25 febbraio 2010. Ricordo che era inverno quando mi ha chiamato per ordinarmi i telecomandi”.
Vantaggiato aveva comprato quindi il necessario per l’esplosione due anni prima dell’attentato alla scuola, due anni dopo però l’attentato a Cosimo Parato.
Alle dipendenze di Vantaggiato per 20 anni, 12 fissi e 8 saltuari, ha lavorato Giovanni Chiriatti, chiamato oggi a testimoniare dalla pubblica accusa. Lui è autista dei camion che trasportava carburanti, lo aveva anche trasportato a Cosimo Parato a Torre Santa Susanna, ora ha una causa in corso con la Marchello carburanti, per la mancanza di quattro mesi di retribuzione e il tfr. “Il venerdì prima dell’attenato mi disse di non andare a lavorare il sabato- dice Chiriatti al magistrato- sono tornato a lavoro il lunedì. Lui era un tipo silenzioso, non parlava con me, quando la mattina lo salutavo lui scuoteva la testa. Era sempre dietro la scrivania. Gli ordini gli impartiva lui, in suo assenza anche la moglie e la ragioniera sino a quando non è andata in pensione. Non sapevo nulla di questa passione per gli esplosivi.
“Vedendo le immagini subito dopo l’attentato non gli è mai passato per la mente che si trattasse del suo datore di lavoro?”
“Non mi è mai passato per la mente”. Chiriatti non aveva riconosciuto Vantaggiato nei fotogrammi diffusi dalla stampa il lunedì successivo all’attentato.
La prossima udienza è stata fissata per il 13 febbraio prossimo, sarà chiamata a deporre la moglie dell’imprenditore di Copertino. Mentre il pm ha chiesto l’accompagnamento coatto di Francesca Pietrafitta, la donna che abita a pochi metri dalla scuola, che per due volte non si presentata in aula.
Lucia Portolano
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