BARI- Uova da destinare allo smaltimento, perché non integre, incrinate, sporche e infestate da insetti, che invece sarebbero state vendute alle industrie alimentari. La guardia forestale scopre un’azienda del sud barese e sequestra 35 mila uova. Durante il blitz è emersa la totale assenza di un sistema di tracciabilità. In azienda non erano presenti indicazioni circa il giorno di produzione delle uova e questo sia per quelle commerciabili sia per quelle avariate. La merce era destinata a diversi punti vendita.
Questo permetteva di mettere a proprio piacimento il termine minimo di conservazione (tmc), che per legge è pari a 28 giorni dalla data di produzione. La ditta commercializzava uova dichiarate come prodotte in data successiva a quella realmente prodotta.
Le indagini condotte dal nucleo Tutela regolamenti comunitari, diretto dal comandante Alberto Di Monte, e dalla Sezione di analisi criminale della Forestale, diretta dal comandante. Giuliano Palomba, hanno portato alla scoperta di un’attività fraudolenta da parte del rappresentante legale dell’azienda, un uomo di 45 anni, il quale è stato denunciato all’autorità giudiziaria.
I reati contestati sono di frode in commercio e detenzione per il commercio di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione.
BrindisiOggi
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