BRINDISI – Il cane, si sa, è il migliore amico dell’uomo. O, meglio, lo sarebbe. Viene d’obbligo usare il condizionale perché, in certi casi, toccando con mano l’insensibilità di alcuni esemplari di essere umano, riuscirebbe difficile credere che soggetti simili riescano a stringere amicizia con qualcuno. Il risultato di questa noncuranza applicata ai botoli di ogni razza e stazza ha come effetto primario l’odioso fenomeno del randagismo e la conseguente creazione dei canili, posti in cui la libertà dei cani, spiriti liberi per antonomasia, va a farsi friggere.
Le volontarie del canile di Brindisi, per sensibilizzare la popolazione al problema, hanno pensato di girare un video tra gli amici a quattro zampe del canile di Brindisi. L’idea è venuta, qualche mese fa, ad alcune volontarie della sezione Lepa del capoluogo messapico: il canile di Brindisi, pur essendo giudicato dalle animaliste stesse che vi prestano servizio, un ottimo ricovero dove gli animali vengono trattati con cura e amore, rimane pur sempre una prigione con gabbie, sbarre e limitazioni e il sovraffollamento dovuto alla poca incisività dell’azione di sterilizzazione dei randagi non migliora certo le cose. Le volontarie, quindi, hanno contattato un videomaker brindisino di stanza a Roma, Marco Nocera, che ha messo a disposizione la sua arte e la sua telecamera per girare e produrre un video che ha lo scopo manifesto di invogliare la popolazione, i giovani soprattutto, a prendere coscienza dell’esistenza di luoghi come il canile, molto spesso immaginato ma raramente vissuto.
Nelle intenzioni degli ideatori del progetto ci sarebbe il desiderio di stuzzicare in qualcuno il desiderio di dare una mano a chi, ogni giorno, si prende cura dei botoli che, senza supporto, farebbero una brutta fine. «Sarebbe bello se qualcuno ci venisse a trovare – afferma una delle volontarie, Anna D’Accico – anche un’ora ogni tanto per permettere ai cani di sgambare più spesso invece di rimanere chiusi nelle gabbie». Il video testimonia la gioia che si respira quando qualcuno arriva in canile: «È tutto un abbaiare, uno scodinzolare per attirare l’attenzione. Tutti sembrano dire “Scegli me, portami a casa!”. Per realizzare le riprese abbiamo anche liberato una decina di cuccioli in un campo: vederli rincorrersi in libertà, una volta aperta la loro gabbia, è stata un’emozione fortissima». I cuccioli e le loro sorti sono un’altra spina nel fianco delle volontarie. «I cani si adottano, non si comprano. I cani di razza, infatti, sono vittime di una tratta crudele e di terribili torture da parte di organizzazioni criminali. Ci sono tanti cuccioli bellissimi, in canile, che non aspettano altro se non essere adottati».
L’ultimo punto trattato dal video di Nocera riguarda sempre i randagi. «Con questo lavoro vogliamo anche lanciare un appello alle istituzioni: bisogna sterilizzare i randagi. Ci sono dei casolari alla periferia della città in cui si fanno nascere i cuccioli che, molto spesso, fanno una brutta fine. L’unica soluzione per combattere il randagismo è la sterilizzazione». Il video, girato alcuni giorni fa, sarà proiettato prossimamente in alcune sale ed emittenti locali e nazionali.
Maurizio Distante
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