BRINDISI- (Da Il7Magazine) Un secolo di attività andata in fumo e la voglia di ricominciare ricordando i sacrifici e la tenacia dei nonni e dei suoi genitori. Questa è la storia di Alessandro Pasulo, commerciante brindisino di legumi da tre generazioni che lo scorso primo luglio ha visto la sua bottega divorata dalle fiamme. E’ accaduto in piazza Mercato nel cuore del centro storico di Brindisi. Erano le 23 quando all’interno del suo locale, a causa di un corto circuito, si sono sprigionate le fiamme. Il fumo ha invaso la piazza dove in quel momento pizzerie e ristoranti erano aperti ed i clienti ancora seduti ai tavoli. Sotto gli occhi di Alessandro il fuoco ha distrutto ogni cosa ed oggi della sua “Bottega dei Legumi” restano solo macerie. I danni sono ingenti, per ripristinare tutto ci vorrebbero almeno 30mila euro che in questo momento Alessandro non ha. Ma questo commerciante brindisino, che per ventisei anni ha portato avanti l’attività che era di suo padre ed ancor prima di suo nonno, non vuole arrendersi e sulla scorta dei sacrifici e delle umili origini della sua famiglia va avanti. La storia dell’attività di famiglia è lunga un secolo ed Alessandro, uno degli ambulanti più conosciuti in piazza Mercato, la racconta con orgoglio e commozione. “Mio nonno, Pasquale, originario di Oria veniva con il treno e portava pochi sacchi di legumi che acquistava dai contadini locali- racconta Alessanro- Questa è un’attività che ha più di un secolo, tramandata da padre in figlio, qui veniva mio nonno durante la guerra. Il primo posto, la prima bancarella si trovava vicino alla delegazione comunale, dove c’erano i vigili urbani, un metro per due, con qualche sacchetto sopra. Poi ha continuato mio padre che ha cominciato a lavorare sin da piccolo. Mio padre, Michele, conosciuto come Michele de li pasuli, era amante della bicicletta, all’età di 7 anni veniva da Oria al buio con altri due sacchetti appesi alla bici, partiva all’una di notte per stare qui intorno alle 4. Venivano da una povertà estrema, erano sette figli e lui l’unico maschio che aiutava il padre. Mio padre viveva in una stanza senza neppure il bagno. Mio nonno paterno era reduce di guerra , era stato catturato dai tedeschi ed era stato torturato affinchè parlasse, gli tirarono con le tenaglie le dita dei piedi e delle mani ma lui non ha mai tradito i suoi compagni. Lo accecarono persino con il fuoco. Mio padre ha dovuto fare l’uomo sin da piccolo per portare avanti la madre, il padre e le sue sei sorelle. E’ stato sempre amatissimo dalle sue sorelle perché riconoscevano in lui il padre che portava il pane a casa”. Ad un certo punto della vita Michele si innamora di Franca, la mamma di Alessandro, e la famiglia si allarga. “Mio padre e mia madre si sono sposati con il debito, tutti e due di Oria, erano come si suol dire “fratelli di latte”, perché la mamma di mia madre ha allattato anche mio padre- dice Alessandro- I miei nonni paterni venivano a Brindisi per fare il mercato e lasciavano il figlio alla vicina di casa. In pratica mio padre e mia madre hanno dormito assieme nella stessa culla e lui veniva allattato da mia nonna materna. Quindi crescono insieme e si innamorano, decidono di venire a Brindisi. Venivano da un’estrema povertà in quel periodo tra l’altro Oria era stata bombardata , c’era la guerra. La mattina papà veniva a fare il mercato qui e il pomeriggio andava a montare i binari per arrangiare la giornata. Quando è venuto a Brindisi fu ospitato da una famiglia brindisina in una stanza ricavata, c’era solo una tenda che lo separava dall’altra famiglia. Di fronte al letto depositava i sacchi della merce e dormiva con mia madre in questa stanza. Mio padre mi raccontava che le condizioni igieniche erano quelle che erano ed un giorno si ritrovò un topo che gli rosicchiava un piede. Quando nacque mia sorella, la primogenita, decise di spostarsi, una bambina non poteva crescere in quelle condizioni. Si fece prestare dei soldi e riuscì ad affittarsi una stanzetta dignitosa. Quando mia madre si rese conto che il marito da solo non ce la faceva e si stancava troppo e l’attività stava andando bene. Mia madre era molto intraprendente ed è stata quella che ha spinto mio padre ad aprire il primo punto vendita”.
Nei volti e nelle mani dei suoi genitori Alessandro vede ancora oggi i sacrifici di una vita e per questo che è intenzionato a portare avanti l’attività di famiglia. Anche sua mamma Franca ha vissuto povertà ed estrema indigenza ed alcuni episodi della sua vita l’hanno segnata. Una storia che tra l’altro la sorella di Alessandro sta riportando in un libro che presto sarà pubblicato. “Mia madre ancora peggio di mio padre ha vissuto da piccola una vita ancora più misera. Il padre li aveva abbandonati e mia nonna aveva cinque figli. Poi si risposò con un altro uomo che era appena uscito da galera perché all’epoca si rubava per fame- racconta- Lei si occupava di lui perché non aveva nessuno e lui per riconoscenza la sposò. Mia madre aveva cinque anni quando viene data come cameriera presso le famiglie benestanti di Brindisi. Una volta, addirittura, fu presa a servizio da una famiglia di Manduria e lei, mi ha raccontato, che quando si vide da sola senza la sua mamma, scappò da quella casa. Per due giorni ha vagato nelle campagne finendo sino a Sava dove per caso una famiglia la trovò e la riportò a casa”. Nonostante le difficoltà e la vita travagliata Alessandro è cresciuto con i valori di un tempo ed anche quando ha avuto poco da spartire non ha esitato ad aiutare un amico in difficoltà. “Mio padre è stato una persona molto buona e generosa anche quando non aveva nulla per lui. Questo l’ho ereditato da mio padre, sono orgoglioso di questo. Quando è stato bisogno ho sempre aiutato gli amici in difficoltà anche se avevo i miei problemi e ne sto trovando riscontro adesso- dice commosso- Dopo quello che mi è successo ho trovato tanta solidarietà, messaggi di amici in privato che si sono offerti di aiutarmi per la ricostruzione della mia attività. Questo mi ha fatto piangere perché ti rendi conto che hai seminato qualcosa. Diciamo che la mia vita terrena non è andata sprecata. La bottega dei legumi nasce perché volevo progredire non volevo fare sempre l’ambulante. Questo è un locale comunale, all’inizio dentro c’era mio padre e mia moglie Anna e fuori alla bancarella io e mia madre. All’inizio c’è stato il boom poi ultimamente c’è stata qualche difficoltà e lo stavo usando come deposito perché tra l’altro c’era anche la volontà di spostarci. Quindi stavamo lavorando davanti al negozio. Negli ultimi anni in famiglia ci sono stati dei gravi problemi di salute ed ho dovuto affrontare anche economicamente queste situazioni”. L’incendio ha messo ulteriormente alla prova questa famiglia che oggi chiede solo una cosa al Comune di Brindisi, proprietario del locale in cui sorge la bottega: “Oggi l’unica cosa che chiedo al Comune di Brindisi, se è possibile, è la sospensione dell’affitto. Il locale ha subito ingenti danni e per rimettere tutto apposto ci vorranno almeno 30mila euro. I fornitori mi stanno dando credito, ma sono spese che poi dovrò affrontare comunque. Io ringrazio di cuore della solidarietà e della vicinanza di tutti”.
Lucia Pezzuto per Il7Magazine
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