Un incubo durato 5 anni, trova il coraggio di denunciare l’ex marito che viene condannato per stalking

BRINDISI-   Minacce, insulti, maltrattamenti, pedinamenti. Un incubo durato anni sino a quando ieri il suo ex amico è stato condannato per stalking. Una calvario per una ragazza di Brindisi con due figli minori. La donna ha avuto il coraggio di denunciare il suo ex marito, che non aveva digerito la separazione. Ha iniziato un percorso con il centro anti violenza di Brindisi accompagnata dai legali dell’Adoc dello studio legale Elia e Masi con i quali ha vinto la sua battaglia per la libertà.

La vicenda processuale nasce da una separazione  che non era stata accettata dall’uomo brindisino che, ancor prima del provvedimento  del Tribunale civile di Brindisi, aveva già mostrato atteggiamenti violenti che avevano costretto  la ex moglie ad accettare una consensuale pur di ottenere in tempi brevi la sentenza di omologa.

L’imputato già nei giorni precedenti all’udienza di comparizione dinanzi al Presidente del Tribunale di Brindisi aveva  schiaffeggiato violentemente la giovane donna in soccorso della quale giungeva un equipaggio della Questura di Brindisi. La ragazza era finita anche in ospedale.

La donna, prima di sporgere querela, ha cercato invano di risolvere la questione attraverso l’invio, da parte del proprio legale di fiducia, di diverse missive che diffidavano l’imputato dall’assumere determinati comportamenti.

L’ex marito comincia a pedinarla, coprirla di insulti dinanzi agli amici e colleghi di lavoro, si appostava sul posto di lavoro, ingaggiava dei veri e propri inseguimenti ( il più eclatante terminato presso la Caserma dei Carabinieri ove la signora si rifugiava),  arrivavano minacce di morte sia di persona che per messaggi e telefonate.

La vittima ha cambiato più volte il numero di telefono, ma l’uomo riusciva sempre a recuperarlo. La ragazza ha dovuto cambiare le sua abitudine per sfuggire a quell’uomo, una condizioni psicologica e fisica che le hanno fatto perdere 15 chli.

Alla fine decide di affidarsi centro Antistalking  col quale inizia un percorso di recupero che le permetterà di prendere coraggio e fare il primo passo: istanza di ammonimento presso la Sezione Anticrimine della Questura di Brindisi.

L’imputato, convocato in questura ed ammonito ufficialmente dal Questore di Brindisi, in spregio alle fondamentali norme civili e penali, assume comportamenti peggiori rispetto ai periodi precedenti.

La Procura della Repubblica di Brindisi, sulla base delle prove depositate dai legali ELIA & MASI, chiede ed  ottiene dal Giudice per le Indagini Preliminari  la misura cautelare del divieto di avvicinamento.

Dopo un apparente periodo di quiete, peraltro durato pochissimo, l’imputato ha continuato a violare la misura cautelare tanto che la Procura di Brindisi, su segnalazione dei legali dell’ADOC, ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Dopo 5 anni di persecuzioni e con tanto coraggio finalmente nella tarda serata di ieri, dopo 3 ore di camera di consiglio, il Giudice del Tribunale di Brindisi ha condannato lo stalker, per il reato previsto e punito dall’art. 612 bis c.p.,  ad 8 mesi  di reclusione oltre al pagamento delle spese legali per la costituzione di parte civile ed al risarcimento danni che sarà oggetto di contenzioso civile.

BrindisiOggi

 

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