Tutte le perplessità dei 5Stelle sul bilancio approvato dalla maggioranza di Rossi

BRINDISI – Sono perplessi i consigli comunali penstellati in merito al bilancio approvato dalla maggioranza Rossi. “Tutte le nostre puntuali contestazioni in consiglio sono rimaste prive di risposta – affermano – Per stessa ammissione dell’assessore al bilancio, non c’è stata la partecipazione del Consiglio Comunale e di tutti i soggetti legittimati alla redazione dei documenti. Ciò non è una opzione ma un obbligo statutario e di Legge legato a principi di partecipazione e trasparenza; vedasi il nuovo codice dei contratti e delle concessioni per il piano triennale dei lavori pubblici, e l’art.115 del nostro Statuto con riferimento al bilancio ed a tutti i documenti collegati. Tale omissione “per ragione di tempo” evidenzia ancora una volta l’arroganza di un’amministrazione che trascura di rappresentare la volontà di una parte della cittadinanza e che ne esiste un’altra che trova voce nella minoranza e nella società civile”.

I 5 Stelle entrano nel merito.  “Il piano triennale delle opere pubbliche si risolve in un lungo elenco di eventuali opere che in mancanza di intercettazione dei finanziamenti rimangono delle mere intenzioni – aggiungono – A guardare il lungo elenco delle opere proposte solo per l’anno 2019 , delle quali probabilmente non ci sono ancora i progetti, ci si dimentica che siamo già a maggio, circa metà anno e  che quindi con ogni probabilità non saranno messi in cantiere. Il piano di alienzione degli immobili comunali presenta altre grosse incognite. Si è scelto di alienare il patrimonio abitativo ma ancora non si hanno dati certi circa le occupazioni abusive, le morosità e nulla si conosce dei soggetti legittimati a conservare il proprio diritto. Si è scelto di procedere alla cieca valutando al momento della vendita la natura dell’occupazione dell’immobile con un diritto di prelazione riconosciuto agli affittuari (ovviamente ci riferiamo solo a chi ha il diritto ad occupare) che difficilmente potrà essere esercitato (persone a bassissimo reddito). Nulla si dice sulla programmazione di un piano straordinario sulla emergenza abitativa che si renderebbe necessario se le alienazioni avessero buon esito. Nessuna certezza si potrà avere sull’alienazione degli immobili ad uso commerciale, campo su cui molti hanno fallito in passato (compresa questa amministrazione con gli immobili di piazza mercato). Troppe somme rischiano di non tornare all’appello. Si è scelto di alienare, ad un prezzo eccessivamente basso, gli immobili pervenuti dal Federalismo demaniale, alcuni si trovano in zone che potrebbero essere oggetto di qualificazione ed aumentare notevolmente di valore dopo il PUG ed il piano della costa. Almeno su tali immobili si sarebbe potuta seguire la via della prudenza rinviandone la vendita”.
Inoltre i consiglieri sottolineano che  nelle entrate di bilancio rilevano dei Grossi assenti: oltre 400.000,00 euro da recuperare dalla politica e dalla struttura, non vi è traccia dei 188.000,00 euro di premi versati ai dirigenti dell’ARO/BR2 anche se non dovuti, degli 89.000,00 euro indebitamente versati negli ultimi 10 anni, dei 100.000,00 euro di indennità versate ai vecchi presidenti di circoscrizione dichiarati non dovuti dalla magistratura. Si confermano gli introiti relativi agli oneri di urbanizzazione : 1.410.000,00 euro per contrada Montenegro, 1.215.000,00 euro per contrada Torre Rossa ed 805.000,00 euro per Tuturano. Al momento tali oneri non sono stati approvati dal Consiglio Comunale e sulla questione la maggioranza aveva preso tempo lasciandoci sperare in una soluzione che riuscisse a portare ad una decurtazione delle somme determinate delle opere già realizzate almeno dai conteggi generali. Temiamo che per far quadrare i conti tale possibilità venga definitivamente accantonata. “Sui tagli quella che potrebbe essere una “operazione virtuosa” potrebbe diventare un boomerang. Se il clamoroso calo dei minori stranieri non accompagnati fa risparmiare denaro alla nostra amministrazione (ci saremmo potuti risparmiare i mesi scorsi le polemiche sul centro di accoglienza alla delegazione del quartiere Casale), si nutrono serie perplessità sull’entità dei risparmi che potranno derivare dalle scelte effettuate con riferimento ai minori brindisini in difficoltà. Si spera che la collocazione in strutture di questi ultimi possano essere sostituite con l’affido in famiglie. I numeri dei tagli, però, non fanno i conti con le spese che il potenziamento del servizio affidi dovrà comportare. Poca attenzione si pone ai costi dell’aumento del contributo alle famiglie affidatarie ed alla promozione dell’affido presso le famiglie brindisine. Si trascura poi l’incremento delle ore lavorative di chi opera, che, pur se al momento a carico della Cooperativa affidataria, potrebbero ricadere sul costo del servizio in fase di rinnovo dell’appalto ponendoci di fronte a problemi con i lavoratori così come accaduto con il servizio di refezione scolastica.
Si taglia anche sul “contributo salute”, ma su tale emolumento lo sforzo di controllo dell’amministrazione dovrà essere esemplare anche in considerazione di un recente passato poco virtuoso dovuto anche alla scarsità di personale, mezzi ed assoluta incomunicabilità tra i vari settori che ha portato ad applicare, fino a ieri, un regolamento non più in vigore. Si punta anche a risparmiare sulla partecipata in house Multiservizi S.p.A. con un nuovo contratto di servizi e riconoscendo solo un aggio sui proventi dei parcheggi. Sicuramente non ci sarà più il paventato aumento della platea storica con la prima conseguenza che il concorso per le nuove assunzioni servirà solo a predisporre una graduatoria per eventuali future assunzioni legate al pensionamento del personale. Al momento non si ha modo di sapere quali servizi saranno tagliati”.
“Prendiamo atto – concludono – che l’amministrazione ha ritenuto di non aderire alla “rottamazione ter”. Non si è data la possibilità di far uscire molti cittadini dal baratro dell’insolvenza e dall’infamia del “cattivo pagatore” per mere ragioni contabili. Dimezzare i residui attivi (si sarebbero cancellate sanzioni ed interessi e non le imposte dovute) non avrebbe fatto tornare i conti. Si sarebbero dovute trovare altre risorse, ma si trascura che la rottamazione avrebbe avuto l’effetto, comunque, di rimpinguare negli anni le casse comunali senza scontentare nessuno mentre ora si rischia che tali crediti diventino prima “di dubbia esigibilità” per poi divenire “inesigibili” con il conseguente disavanzo di bilancio”.

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