MESAGNE – Truffa aggravata per percepire finanziamenti pubblici per il settore agricolo i militari della Guardia di finanza della tenenza di San Pietro Vernotico, hanno arrestato un agronomo di Mesagne A.M. di 42 anni, eseguito un sequesto da 400mila euro. Sono indagate 15 persone. Si tratta di un’attività di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura di Brindisi in materia di tutela della spesa pubblica inerente il settore degli aiuti all’agricoltura previsti dal comparto della Politica Agricola Comune (P.A.C.), attraverso il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia. I reati contestati sono di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità in dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Le misure cautelari personali e reali scaturiscono all’esito di un’attività d’indagine che ha permesso l’individuazione di numerosi soggetti che a vario titolo hanno collaborato nella commissione di plurimi delitti di truffe aggravate finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. L’agronomo, che è consigliere dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Brindisi (organo del tutto estraneo alla vicenda), il quale è stato anche responsabile a livello provinciale di una organizzazione di categoria che gestisce Centri di Assistenza Agricola, approfittando del proprio ruolo, delle conoscenze e competenze maturate, è stato individuato come l’organizzatore delle truffe in proprio e per i propri familiari nonché in favore di altri soggetti. Le truffe sono state commesse eludendo con artifizi e raggiri la normativa di settore al fine di ottenere i benefici economici previsti delle misure finanziarie comunitarie. L’accesso ai contributi può avvenire acquistandoli a prezzo di mercato tendenzialmente corrispondente al loro valore nominale oppure a titolo gratuito attingendoli dalla c.d. “Riserva Nazionale Titoli”, alla quale possono accedere, però, soltanto i giovani agricoltori (di età inferiore a 40 anni) ed i nuovi agricoltori, in ragione dei terreni a vario titolo condotti. Facendo figurare falsamente persone in età avanzata quali nuovi agricoltori sono stati ottenuti in modo fraudolento e gratuito titoli ai quali non si aveva diritto. I titoli ottenuti venivano successivamente trasferiti ad altri soggetti, ovvero, erano gli stessi truffatori a beneficiarne, sia direttamente che per il tramite di teste di legno. Il sostegno al reddito viene erogato sulla base del possesso da parte dell’agricoltore dei “titoli” (diritti all’aiuto) posseduti dall’agricoltore, attribuiti sulla base della superficie coltivata, ovvero in base al numero di ettari di terreno ammissibili al contributo che i richiedenti dichiarano di detenere nell’anno di presentazione della domanda unica di pagamento. I titoli assegnati sono censiti nel registro titoli del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (S.I.A.N.) e consente all’agricoltore titolare di beneficiarne per il tempo di durata del quadro finanziario pluriennale della P.A.C.. Con riferimento ai fatti oggetto del provvedimento cautelare, tra i vari soggetti indagati che hanno percepito illecitamente i contributi vi sono l’agronomo ed i suoi familiari ed altri soggetti che hanno comunque commesso le truffe con il concorso dell’agronomo.
Altri soggetti diversi da quelli che hanno percepito i contributi sono stati reclutati dall’agronomo perché concedessero la disponibilità fittizia di terreni a coloro che di volta in volta dovevano presentare domande per l’accesso alla Riserva Nazionale Titoli e per il conseguimento dei contributi anche negli anni successivi. Tale cessione fittizia dei terreni avveniva da parte di questi soggetti (che per tale ragione sono stai considerati come concorrenti nei reati) mediante contratti di comodato o di affitto simulati, spesso stipulati con durata limitata nel tempo, per un mese o due, in periodo compreso tra maggio a giugno, coincidente proprio con i tempi di presentazione delle domande. Per tal fatti, oltre al provvedimento cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti dell’agronomo, lo stesso G.I.P. del Tribunale di Brindisi ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca obbligatoria del profitto diretto dei reati contestati a carico di 15 indagati, per un valore di quasi 400 mila euro, ed in via subordinata il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, per lo stesso valore, di beni immobili, beni mobili registrati e beni mobili.
BrindisiOggi
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