Trivelle: la Provincia chiede ci sia la Via e sollecita i parlamentari ad una legge che blocchi la ricerca di petrolio

BRINDISI – La Provincia di Brindisi chiede che per la modifica del luogo della trivellazione in Adriatico ci sia la Via.  In riferimento all’avvio da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare del procedimento di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto di ricerca idrocarburi in mare “Prospezione geofisica 3D Adriatico Meridionale, proposto da Northern Petroleum (UK) Ltd, con modifica dell’ubicazione dell’area originaria di prospezione, il presidente della Provincia di Brindisi, Domenico Tanzarella, in accordo con la parte tecnica dell’Ente, ritiene che la modifica logistica in questione debba essere sottoposta al procedimento di VIA.

“Questa è una storia – ha detto il presidente Tanzarella – che sta diventando preoccupante per il nostro territorio. Sono soddisfatto per il fatto che anche la parte tecnica e gli uffici amministrativi della Provincia abbiano espresso sulla vicenda dubbi e perplessità. Questo mi consente di continuare nella mia posizione di coerenza che ho assunto sin da quando ero sindaco di Ostuni. Fummo i primi a ricorrere alla magistratura amministrativa contro la richiesta di autorizzazione per le ispezioni nel sottosuolo marino. Il Tar di Lecce ci diede ragione, sia in fase cautelare che nel merito. Ma non mi illusi e dissi che la situazione non sarebbe comunque cambiata. Fui facile profeta, perché spesso il Ministero in questi anni ha bypassato i pareri contrari degli enti locali e della Regione, ha dato autorizzazioni e ripristinato autorizzazioni, come quella all’Agip che risalevano agli anni ’80. La Regione Puglia, che ha una sua tradizione e una sua storia, esaltata negli ultimi anni, per la tutela e la valenza, l’utilizzazione del paesaggio, sicuramente ne riceve un vulnus da questa attività.  In cambio di questo vulnus nessun Ministro dell’Ambiente è riuscito mai a spiegare quali dovrebbero essere le compensazioni, se ci possono essere, da comunicare alle popolazioni amministrate. In presenza di questo rapporto assolutamente negativo, io penso che, dopo aver sostenuto il referendum promosso dalla Regione Puglia, sia il caso che i parlamentari mettano a punto una legge che vieti queste attività, anche perché mi sembra di essere diventati il ricettacolo di queste iniziative speculative. Mi risulta, infatti, che ci siano richieste di questo tipo di autorizzazioni che interessano tutta la Puglia, dal Gargano fino a Santa Maria di Leuca. Il rischio è che non rimarrebbe più nemmeno 1 cm quadrato di Mar Adriatico libero da queste iniziative”.

A subire danni importanti sarebbero gli ecosistemi presenti nella zona interessata dalle attività di ispezione e alcuni esemplari di fauna ittica, come balene, delfini, capodogli, che per le alterazioni del moto marino, conseguenza delle attività di ispezione, avrebbero danni nell’orientamento e anche per trovare cibo visto che per queste esigenze vitali dipendono dal senso dell’udito. Per la Provincia, quindi, la VIA si rende necessaria per valutare gli impatti ambientali derivanti dalle attività di prospezione.

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