BRINDISI- Amato soprattutto dai giovani, criticato dalla politica e talvolta dalle istituzioni. Monsignor Rocco Talucci vescovo dell’Arcidiocesi di Brindisi ed Ostuni non si è mai sottratto dall’intervenire su questioni ed eventi che hanno coinvolto il suo territorio. Oggi pronto a lasciare la sua diocesi ed a congedarsi dalle responsabilità che la riguardano traccia un bilancio della sua attività pastorale e soprattutto sociale. In questa intervista i sentimenti di un uomo che lascia un segno profondo nella crescita di un territorio su cui ha operato per ben 13 anni.
Monsignore tra qualche giorno lascia questa diocesi come si sente?
Io non mi sto separando dalla mia diocesi. Lascio la gestione e le responsabilità che la riguardano, ma resto il padre dei miei figli. Il legame che si è istaurato in questi anni non si interrompe. Devo dire che sono felice delle dimostrazioni d’affetto che mi sono state dedicate, questo vuol dire che il mio lavoro di pastore è stato utile.
Lei è vescovo di questa città da ben tredici anni, com’è cambiato questo territorio e come giudica questa sua esperienza?
Questa città ha affrontato tanti eventi alcuni più difficili altri piacevoli. Io penso che la vita sia fatta di sofferenza e gioia e che tutto questo tanto nel bene quanto nel male ci avvicina al Signore. In questi anni abbiamo visto un territorio ed i suoi uomini crescere ed io con loro. Io ho cercato di essere sempre testimone del Vangelo, di tracciare una strada, anche se qualche volta non sono stato compreso..
A che cosa si riferisce?
Dico solo che a volte è facile non capirsi, è umano sbagliare ma questo non vuol dire che bisogna sottrarsi alle proprie responsabilità.
Eccellenza, quando parla così io, penso che lei si riferisca a qualche episodio in particolare, ci vuole spiegare?
Mi riferisco, tanto per fare un esempio, alle critiche ricevute quando andai a trovare in carcere Giovanni Antonino. Io porto il Vangelo agli uomini…..tutti….indistintamente. Mi reco regolarmente in carcere, incontro spesso i detenuti nelle proprie celle. Ascolto le loro sofferenze e cerco di dare loro conforto. Per Antonino ho fatto lo stesso. Eppure sono state tante le critiche che ho ricevuto soprattutto dai politici. Questa cosa mi è dispiaciuta molto.
Che cosa ha fatto….
Ho preso carta e penna. Ho scritto a queste persone che mi hanno tanto criticato. Ho cercato di spiegare qual’è il mio ruolo….la mia missione. Alcuni mi hanno risposto e in qualche modo si sono ricreduti. Altri mi hanno ignorato.
Si sono inclinati dei rapporti?
I miei sentimenti verso queste persone non sono cambiati, mi è dispiaciuto non essere compreso. Ma ancora oggi la mia porta è aperta e sono pronto ad accoglierli. Io prego anche per loro.
Monsignore mi pare di capire che questa cosa la rammarica ancora oggi. In questi anni ci sono stati altri episodi o situazioni di difficoltà? Qual è stato il momento più difficile?
Sono un uomo del Signore, la mia fede mi porta ad accettare tanto le gioie quanto le difficoltà. Anche la sofferenza è un dono che si offre a Dio.
Ed invece la gioia più grande qual è stata? La visita del Papa vero?
Tutti pensate sempre questo….in realtà la visita del Santo Padre è solo una parte di questa grande gioia. La soddisfazione maggiore è quella di consegnare oggi nelle mani del mio successore una città “Sinodale”. Con il Sinodo sono entrato nelle parrocchie, ho conosciuto realmente la mia comunità. Questo è il coronamento di tutto il lavoro fatto in questi anni. Presentare al Papa questa città, leggere nei suoi occhi e nelle sue parole la sorpresa dinanzi a tanti fedeli, tanti giovani che partecipavano a questo momento così importante è stata la gioia più grande. Brindisi ha acquisito un carattere universale e l’ha acquisito grazie a tutti quanti voi.
Monsignore allora porta con sé un bel ricordo di questa comunità?
Si…soprattutto porto con me l’affetto e questo legame speciale che spero di poter continuare a coltivare anche a distanza.
Grazie di cuore
Grazie a tutti voi.
Lucia Pezzuto
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