BRINDISI- Trasporto di rottami e rifiuti speciali, sequestrato un motocarro. Stretta dei Carabinieri Forestali contro il fenomeno della gestione illecita di rifiuti, attorno al capoluogo ma anche nel resto della provincia, con l’ obiettivo primario di individuare gli autori dei reati, la cui conseguenza è il degrado ambientale, nonché igienico-sanitario, delle periferie e delle aree rurali, sotto gli occhi di tutti.
Nell’ ambito della pianificazione dei controlli, i Militari pattugliano le strade del territorio, soprattutto quelle secondarie, battute dai “padroncini” di autocarri e motocarri, utilizzati per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento illecito di ogni tipo di rifiuti, anche pericolosi.
L’ ultimo di una lunga serie di episodi è stato il fermo di un motocarro, da parte di una pattuglia della Stazione Carabinieri Forestale di Brindisi, in località Restinco, nei pressi della superstrada Brindisi-Taranto.
Il motocarro, carico di circa 2 quintali di parti di autovetture bruciate e non identificate, carrelli per la spesa, bidoni, forno elettrico ed altri rifiuti ferrosi, è risultato non essere iscritto alla Sezione regionale dell’ Albo nazionale dei gestori di rifiuti, requisito indispensabile per poter esercitare l’ attività; è stato quindi sottoposto a sequestro penale preventivo, per la successiva confisca che il giudice vorrà disporre.
Nello specifico, i rottami ferrosi e metallici vengono in casi come questo parzialmente ed abusivamente recuperati, abbandonando gli scarti sul territorio.
Naturalmente, non è stato esibito alcun documento giustificativo del carico e del trasporto (leggi “formulario di identificazione dei rifiuti”, dove sono annotati i conferenti dei rifiuti, il percorso, peso e caratteristiche del carico, destinazione). Pertanto al conducente e proprietario del mezzo, M.P. di anni 45, ed al passeggero/collaboratore A.D. di anni 43, è stato addebitato, in concorso, il reato di gestione illecita di rifiuti, di cui all’ art. 256, comma 1, del Decreto legislativo n. 152 del 2006 (“Testo Unico Ambientale”), per cui sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Brindisi.
BrindisiOggi
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