BRINDISI- Un padre di famiglia esce da casa per andare a lavoro e non torna più. Il giorno dopo le feste di Natale una tragedia colpisce una famiglia di Cellino San Marco. Claudio Saraceno, 57 anni, autista di autobus, muore sul posto di lavoro, all’interno dell’area esterna del Petrolchimico di Brindisi. E’ un dipendente della ditta Ciccimarra di Cisternino, addetto al trasporto degli operai da una zona all’altra del vasto insediamento industriale . Ancora poco chiara la dinamica. Claudio Saraceno, autista esperto, è stato trovato da alcuni operai del Petrolchimico di Brindisi schiacciato dall’autobus.
Erano circa le 14 quando i dipendenti si sono resi conti che il pullman che li trasportava da un impianto all’altro e che doveva portarli alla sala mensa non stava passando. Alcuni si sono insospettiti, una volta giunti al parcheggio si sono resi conto dalla tragedia. L’autista si trovava sotto il mezzo, con un muletto è stato sollevato l’autobus per estrarre il 57enne. Ma non c’era più nulla da fare. Vani i soccorsi dell’ambulanza . Claudio Saraceno era già morto. Non si sa con esattezza l’orario dell’incidente. Da una prima ricostruzione si ipotizza che l’autista stesse facendo manutenzione al mezzo, mansione non di sua competenza, ma qualche collega racconta che i conducenti fanno anche questo. L’autobus sollevato con il meccanismo ad area compressa sarebbe poi venuto giù. Il mezzo era parcheggiato nell’area di sosta più vicina all’ingresso principale. “Claudio era un autista esperto- racconta un suo collega- lavorava qui almeno da otto anni. Noi a volte facciamo manutenzione, se un mezzo si ferma interveniamo per farlo ripartire. Qui gli autobus sono tutti nuovi. Non riesco a spiegarmi cosa sia successo”.
Si cerca di rimettere insieme i pezzi per ricostruire cosa è realmente accaduto, sul luogo della tragedia gli agenti di polizia, lo Spesal e il magistrato Luca Buccheri che non ha potuto che constatare il decesso del 57enne. Qualche certezza sulla morte dell’autista potrà arrivare dall’esame autoptico.
Erano passate almeno due ore quando al Petrolchimico sono arrivate la moglie e la figlia dell’uomo, mentre la notiza aveva fatto il giro del paese. Claudio era conosciuto a Cellino San marco. Le due donne si sono fermate all’ingresso quando un auto le ha condotte all’interno della immensa struttura. Urla di disperazione, di incredulità davanti ad una realtà così dolorosa, che fa rabbia non solo per la perdita del proprio caro, ma anche perché è difficile accettare che si possa morire per portare il pane a casa.
In pochi giorni Brindisi racconta un altra morte bianche. Solo undici giorni fa, un altro operaio ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro. Un camionista è rimasto schiacciato da un tir, mentre agganciava il rimorchio a bordo di una nave attraccata al porto di Brindisi.
Solo fatalità o la mancanza di sicurezza sui posti di lavoro?
Vi proponiamo l’intervista a Michela Almiento segretario generale Cgil giunta sul posto della tragedia
Lucia Portolano
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