BRINDISI- Sono passati tre giorni dal grave incidente stradale avvenuto al quartiere Casale la notte di Halllowen che ha visto la morte di un ragazzo di 19 anni e il ferimento di una ragazza di 16 anni. Passeggiavano sul marciapiede quando un’auto condotta da un loro coetaneo li ha investiti in pieno. Oggi parla uno dei soccorritori, racconta il dramma di quella notte, il dolore e la lucidità di chi si trova davanti, come padre o come madre, un dramma inspiegabile con la presa d’atto della proprio impotenza.
Raccogliamo e pubblichiamo le riflessioni di questo soccorritore: “Tali tragedie toccano particolarmente quando ci sono giovani vite spezzate e neppure la “scorza dura” formata dopo tanti anni di lavoro ed esperienze diverse lascia immuni da un profondo senso di dispiacere. Però in quei momenti i soccorritori riescono ad essere “freddi” e non si lasciano trasportare dalle emozioni.
Emozioni che, sicuramente, assorbono come spugne per poi continuare il loro lavoro sperando che tali eventi drammatici non accadano più. Ognuno viene assalito dal dramma essendo anche loro padri e madri ed in primis esseri umani. La macchina dei soccorsi quella notte ha funzionato perfettamente a partire dal personale del 118 che con grande professionalità ha effettuato un estenuante massaggio cardiaco (chi è pratico in materia sa quanto sia faticoso a livello fisico ed emotivo) che non dava purtroppo gli esiti sperati. Altri sanitari prestavano le cure del caso (ripeto con grande professionalità ) alla ragazza. Si è lavorato chi per i propri compiti in sinergia, in perfetta sinergia. Il Soccorso sanitario con il 118, il soccorso tecnico con i vigili del fuoco, l’ordine pubblico con le forze di Polizia intervenute. Ma purtroppo questo ragazzo non ce l’ha fatta. Ci siamo sentiti impotenti. Ed è in questi momenti che ti rendi conto che il tuo non è solo un “normale” lavoro.”
BrindisiOggi
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