Tornano a casa dopo aver lavorato al Perrino durante il Covid: “Colleghi e Cgil sono stati la luce nel tunnel”

BRINDISI – Jole Giacomazza e Gaetano Romano sono due infermieri, lei viene dalla Sicilia, lui dalla Campania. Hanno lavorato all’ospedale Perrino in pieno Covid, uno dei loro ha anche preso il virus. In una lettera ringraziano i colleghi e in particolar modo la Cgil per esserli stati accanto e non averli mai fatti sentire soli, in una città lontana dallo loro e nei momenti difficili. Pubblichiamo integralmente la loro lettera.

“Il lavoro oggi è sostentamento primario, ma anche una fonte di necessaria autorealizzazione, espressione delle proprie potenzialità, contributo costruttivo al mondo, luogo in cui poter tessere relazioni umane e professionali positive, collaborative, utili alla crescita interiore e alla realizzazione, :ricchezza globale su cui ogni individuo costruisce il suo divenire. Per lavorare molti ragazzi come noi sono costretti a spostarsi dal luogo di nascita, e capita che un campano ed una sicula si ritrovino a lavorare fianco a fianco in una regione che non è la loro: la Puglia ed in particolare nella provincia di Brindisi. Impiegati presso il presidio centrale dell’ ospedale Perrino con la nostra qualifica di infermieri incontriamo e socializzano ogni criticita’ in confronto puntuale con un’ organizzazione sindacale inclusiva ed attenta ai bisogni dei lavoratori, la CGIL Brindisi sempre pronta ad informare, aiutare e sostenere tutti i lavoratori e non ci sentiamo mai soli. Tutto procede nel tempo specializzando ogni avversita’ ed anomalia ai delegati e alla Segreteria, ma ad un certo punto è arrivato questo incubo, questo mostro invisibile ” il virus” che mette tutto in discussione, salute e vita appese ad un filo. Affetti lontani che non si possono riabbracciare ed il pericolo di non poterli vedere mai più. Nella nostra incapacità di prevedere il futuro, abbiamo volto lo sguardo al cielo stellato, lasciando che la nostra mente iniziasse ad intessere programmi, tanto rimarchevoli quanto ordinari, cercando di attribuire un senso ad altri dodici mesi della nostra esistenza. Nessuno, però, poteva sapere che il più grande evento dell’anno stesse già incubando e che, a causa delle conseguenze catastrofiche che
avrebbe provocato, sarebbe rimasto inciso profondamente nelle nostre esistenze. La nostra libertà è stata infatti pericolosamente minacciata da un subdolo ed impercettibile parassita, il quale, non trovando sul suo cammino alcun ostacolo, ci ha costretti a prostrarci dinanzi a lui in mancanza di armi adeguate per affrontarlo. Negli sguardi di ognuno di noi si leggeva tanta ma tanta paura. La vita è un dono prezioso e va vissuta attimo per attimo.  Lo crediamo fermamente, anche dopo l’esperienza di positività al Covid vissuta da uno di noi, rimanendo da solo in una città ed in un presidio ospedaliero lontano ma con il sostegno puntuale della FpCgil che e’ diventata la nostra seconda famiglia abbiamo capito che insieme anche nel buio più scuro a volte si scorge una luce. Una luce rimasta sempre accesa nelle Strutture Confederali CGIL anche quando il corona virus ha provato a spegnere ogni attimo di vita sociale. È stata un’esperienza totalizzante che ha messo a dura prova la nostra resistenza in un reparto COVID ben diretto con grande professionalità dal nostro Direttore, il dr. Eugenio Sabato, e dalle tante professionalità presenti nello stesso ( medici e comparto), colleghi tutti a cui va un caloroso ringraziamento. Durante questa seconda ondata si è presentata la possibilità di poter prestare la nostra opera lavorativa presso la nostra terra natia, vicino i nostri cari ed affetti. ribadiamo il ringraziamento per la FP CGIL Brindisi e la Camera del Lavoro di Brindisi che non
dimenticheremo mai… salutiamo colleghi ed amici. Grazie per il vostro supporto, per le battaglie condivise per l’ affermazione dei diritti di noi lavoratori e per esserci sempre stati vicini, grazie per averci tutelati, protetti, ascoltati e coccolati”.

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