BRINDISI- Non c’è più tempo, scadono oggi i contratti dei 141 Oss brindisini che da giorni sono in presidio permanente davanti alla sede della Asl in via Napoli a Brindisi. Sa domani questi operatori sanitari, da mesi in prima linea nei reparti Covid, non potranno più prestare servizio. A nulla sono valsi gli appelli dei sindacati e della politica.
La CGIL racconta quanto accaduto ieri: “Gli operatori sociosanitari in agitazione, per i quali la Cgil e tutti gli Organi Istituzionali ad eccezione della ASL BR continuano a chiedere una proroga del contratto che consentirebbe loro di tirare un sospiro di sollievo e di avere un briciolo di speranza per il loro futuro e per quello delle loro famiglie, si sono recati questa mattina in ospedale, al Perrino, per evadere le ultime pratiche prima di abbandonare il posto di lavoro secondo quanto previsto dagli accordi in scadenza domani ma non hanno potuto sbrigare le proprie faccende all’interno della struttura poiché respinti con decisione all’entrata della portineria esterna dal personale in servizio nel presidio, tanto dal chiedersi se tale comportamento possa configurarsi in una condotta penalmente rilevante. La gravità dell’accaduto trova la sua origine, ma non certo la sua dimensione finale, nel fatto che a oggi, 30 gennaio 2021, i 141 operatori sociosanitari sono ancora a tutti gli effetti dei dipendenti dell’Asl e che, quindi, per colpe che andranno ricercate nelle sedi opportune, hanno il sacrosanto diritto di accedere alle strutture aziendali, a maggior ragione alla luce del fatto che entro domani devono sgomberare le loro postazioni e richiedere gli ultimi atti burocratici e amministrativi che riguardano le loro posizioni. Questo non è stato possibile e, ancora una volta, il comportamento dei responsabili aziendali nei confronti di questi lavoratori che per mesi hanno lavorato senza sosta ci risulta tanto inspiegabile quanto lesivo dei più elementari principi del diritto sociale: gli Oss, arrivati alla spicciolata dalle proprie abitazioni hanno trovato la strada sbarrata all’ingresso dell’ospedale da parte del personale addetto al controllo degli accessi. Nonostante le spiegazioni offerte e i reclami inoltrati, non è stato possibile ribaltare la posizione degli addetti all’entrata tanto che, alla fine, è intervenuta la Digos che ha effettuato i rilievi del caso: gli agenti hanno raccolto le varie testimonianze e siamo sicuri che faranno il massimo per ricostruire e ripristinare la realtà dei fatti”.
“Non ci si può lamentare della carenza di personale (forse per nascondere deficienze organizzative la cui responsabilità va cercata in cima alla catena di comando) e non fare nulla e anzi ostracizzare i 141 Oss che hanno solo l’aspirazione di poter continuare a prestare la propria opera alla causa, garantendo un futuro più stabile alle loro famiglie- aggiungono- Ma soprattutto il rischio concreto è che il 1 febbraio pv, visto che il 31 gennaio 2021 cesseranno dal servizio i predetti 141 OSS, il sistema sanitario provinciale non potrà assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza e ciò accadrà in piena emergenza sanitaria così come il Presidente Emiliano ha comunicato, affermando che “… la variante inglese del coronavirus ha il 70 per cento di velocità del contagio e di pericolosità rispetto a prima…” .
Non siamo più disposti a tollerare questo stato delle cose e chiediamo che l’Asl si assuma le proprie responsabilità di fronte ai lavoratori, cercando di percorrere la strada già tracciata con successo da altri altrove e che la Cgil da mesi indica come via maestra per la positiva soluzione della vertenza”.
BrindisiOggi
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