BRINDISI- “La presenza a Brindisi del Ministro Claudio De Vincenti e del vice ministro Teresa Bellanova ha rappresentato senza ombra di dubbio un concreto segnale di interesse nei confronti del nostro territorio”. Lo afferma il Presidente della CNA della provincia di Brindisi Franco gentile.
“Una sostanziale inversione di tendenza – aggiunge Gentile – che deve essere salutata in modo favorevole, perché consente al territorio di avere finalmente una interlocuzione autorevole attraverso cui trasformare l’impegno progettuale profuso in questi anni nella concreta attuazione di interventi in campo infrastrutturale. Si impone, però, un impegno corale affinché questa opportunità non si dissolva nel nulla, come purtroppo è avvenuto in altri momenti.
Senza nulla togliere a ciò che di positivo è accaduto l’altro giorno in Prefettura a Brindisi, è il caso di soffermarsi su due aspetti: il primo è che questo territorio – anche attraverso il ruolo insostituibile della Regione Puglia nel reperire le risorse necessarie – deve mettere a punto un pacchetto di progetti ancora più ampio e dettagliato, “disegnando” una idea concreta di sviluppo dei comparti più competitivi e della dotazione infrastrutturale. Un modo concreto, insomma, per presentarsi in sede di Governo con le idee ancora più chiare circa le richieste di finanziamento per opere strategiche rispetto ad una ripresa economica dell’intero territorio.
Dal Governo, però, occorrono segnali chiari ed inequivocabili che non abbiamo registrato in questa occasione. Partiamo dall’ambiente per notare che dalle parole del ministro De Vincenti si evince che le uniche risorse al momento disponibili sarebbero i 25 milioni di euro frutto di un emendamento alla Finanziaria di due anni fa per recuperare somme versate dalle aziende insediate nell’area industriale di Brindisi e incautamente incamerate dallo Stato senza restituirle al territorio per interventi di bonifica. Occorre che nei ‘tavoli’ emerga con chiarezza che le stesse aziende hanno nel frattempo versato altri milioni di euro che devono necessariamente tornare al mittente, cioè all’area SIN di Brindisi e non finire nel ‘calderone’ nazionale.
E non ci pare di aver registrato che dai Ministeri interessati siano giunti segnali concreti (in termini di disponibilità di risorse), soprattutto in riferimento a progetti già cantierabili e che servirebbero a rendere ancora più competitivo il nostro porto e l’intera area industriale (a partire, ad esempio, dal potenziamento delle banchine portuali e dalla realizzazione della piastra logistica, per la quale esistono già l’intesa con RFI, lo studio trasporti stico, il master-plan e la scheda costi-benefici). E lo stesso può essere detto per la Cittadella della Ricerca, dove occorre essenzialmente un vasto intervento edilizio per rilanciarla e farla tornare a svolgere un ruolo strategico a livello internazionale.
Ci aspettiamo, insomma, che il Governo usi la stessa determinazione riservata ad altri territori anche per Brindisi, attraverso un confronto serrato ed una concreta disponibilità finanziaria. In questo percorso, alla nostra rappresentanza parlamentare deve essere riservato un ruolo più incisivo e strategico per velocizzare i percorsi di attuazione di quanto si andrà a pianificare”.
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