
INTERVENTO/Le testaste giornalistiche riferiscono dell’ennesimo tentativo della Pubblica Amministrazione di chiudere un rapporto contrattuale con l’attuale gestore dei servizi di igiene urbana per il Comune di Brindisi.
Rapporto contrattuale per il quale gli stessi mezzi di informazione indicano l’esistenza delle attività poste in essere da parte della magistratura locale per far luce su: “ ipotesi di frode in appalto pubblico – turbativa d’asta ed inadempienza contrattuale – falso in atti documentali che hanno indotto in errore il municipio – omissione e abuso in atti di ufficio, per mancata vigilanza“ .
Sempre i mezzi di informazione, per lunghi periodi, hanno raccontato di un disagio diffuso in relazione ai servizi non qualitativamente all’altezza delle giuste aspettative del contribuente e di evidenti fallimenti nel servizio di raccolta differenziata che si attesta su una media mensile del 34%, sebbene per Determina Commissariale si dovesse garantire il 41% circa.
Aspetti che hanno interessato anche le associazioni dei consumatori – talune rappresentanze politiche e cittadinanza in genere.
In attesa che la magistratura completi il suo iter inquisitorio, sarebbe opportuno che la Pubblica Amministrazione (preventivamente) informi il contribuente se:
- sussiste la congruità tra le somme che si vorranno esigere ed i servizi e le forniture ad Esso spettanti;
- nel recente siano state esperite tutte le fasi necessarie per l’ottenimento delle somme derivanti da quei servizi e quelle forniture non ricevuti nel corso dell’anno e/o per quei contesti che le sentenze (emanate dal TAR Lecce e dal Consiglio di Stato) hanno reso favorevoli per le casse comunali;
- siano state esperite le procedure durante lo sviluppo del piano finanziario comunale,
in definitiva, se siano state concretizzate le formalità di cui alla legge 244/2007, preventive e necessarie per l’applicazione della TARI.
Diversamente sarebbe opportuno iniziare a pensare di consultare realtà a noi limitrofe, laddove i contribuenti si sono organizzati in comitati e giuridicamente, attraverso una “class action” , stanno valutando di rivendicare i loro diritti.
Piero Gioia
ex direttore Slia/ Aspica
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