BRINDISI – Nei giorni scorsi, si è svolto un incontro negli uffici leccesi tra i responsabili della TAP (Trans Adriatic Pipeline) e il presidente e il segretario dell’Associazione Periferia, Raffaele Tafuro e Franco Santoro. L’appuntamento era sì un confronto a fronte di tante notizie apparse sugli organi di stampa circa la collocazione del progetto “tanto chiacchierato” del gasdotto, ma principalmente per approfondire il progetto anche a seguito delle ultime notizie sulla procedura di autorizzazione.
“Il progetto, durato tre anni, si è avvalso della collaborazione di esperti internazionali. – riferisce Tafuro – La soluzione scelta riduce al minimo i rischi, garantendo il minore impatto ambientale sul territorio. TAP è conforme ai più severi standard di sicurezza, compreso il documento di valutazione impatto ambientale approvato dal Ministero dell’Ambiente. Nelle condizioni normali di funzionamento il terminale di ricezione non produce emissioni in atmosfera. Le emissioni occasionali e eccezionali potranno essere al massimo pari allo 0,2% del tempo di funzionamento annuo del terminale. L’attività del gasdotto non produce emissioni né liquide né gassose.”
L’associazione si pone una domanda. “Se le cose sono in questa situazione e non ci sono dubbi, perché il Comune di Brindisi ha voluto perdere un’opportunità di maggiore sviluppo economico negando la possibilità di creare nuovi posti di lavoro e maggiore ricchezza? – si chiede l’associazione – Le aziende brindisine avrebbero potuto aggiudicarsi lavori per la costruzione del terminale che dovrà essere mantenuto, con un forte impatto sull’occupazione. I nostri politici non si sono presi la briga di fare una telefonata o chiedere un appuntamento. Non ci risulta che abbiano convocato i dirigenti di TAP per un’audizione in comune. Da dove deriva la loro decisione? Forse per sentito dire dai comitati del NO TAP?”
“Da dati acquisiti, risulta che la mancata realizzazione della TAP nell’aerea brindisina è l’ennesimo colpo duro sul fronte occupazionale e la crescita economica di tutta la provincia. L’occasione era ghiotta: laTrans Adriatic Pipeline AG per la realizzazione del sito dovrà spendere circa 80 milioni di euro l’anno per circa 5 anni per un totale di circa 380 milioni totali, con una forza lavoro solo per la messa in opera dell strutture pari a 340 unità. E una volta terminato il sito, il fronte occupazionale sarebbe stato (tra dipendenti diretti, aziende appaltanti e servizi) di 130 unità per almeno 50 anni.”
La TAP è il progetto sulla realizzazione di un gasdotto che trasporterà il gas dalla regione del Mar Caspio all’Europa Occidentale e sud-orientale. La parte del gasdotto di competenza italiana è composta da una condotta sottomarina lunga circa 45 km, da una condotta interrata lunga 8,2 km, da una valvola di intercettazione posta in corrispondenza del punto iniziale del tratto interrato e da un terminale di ricezione del gasdotto (ubicato da progetto nel Comune di Melendugno). Il tubo di un diametro totale comprensivo di coibentazione sarà cm 90 che, solo per il tratto di attraversamento della fascia costiera, transiterà in una struttura cementizia del diametro di 3 metri. Il gasdotto sarà interrato ad una profondità minima di 1,5 metri, senza impatto sul territorio perché verrà utilizzata una tecnica particolare (microtunneling) che permetterà al gasdotto di passare sotto la spiaggia senza fare mai scavi sulla fascia costiera.
Agnese Poci
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