INTERVENTO/Ho letto, con molta attenzione, un comunicato che l’agenzia Reuters ha pubblicato il 4 ottobre scorso e relativo al “braccio di ferro” instaurato fra la Regione Puglia ed il Governo, in merito all’approdo del gasdotto della TAP.
E’ bene dire subito, con la dovuta fermezza, che fra l’approdo ratificato (Melendegno) e quello proposto (Brindisi), vi è un elemento imprescindibile, comune ai due, costituito dal “punto di arrivo”, localizzato nel territorio comunale di Brindisi (non di Mesagne) ed alla Contrada Conella, ove già esiste una stazione di smistamento della Snam!
Le riflessioni che possono trarsi dall’articolo della Reuters sono tante e di diverso tipo e tutte, senza alcuna necessità di entrare nel merito degli aspetti politici, che non mi competono; certo, il cuore bianco-azzurro, da verace brindisino, mi porterebbe subito a dar ragione alla Sindaca Carluccio nel momento in cui dichiara: “Non comprendiamo la caparbietà della Regione che vuole cambiare il percorso e creare un canale che passa dal mare con tutto quello che comporterebbe per Brindisi, città che ha già pagato tanto in termini ambientali”.
Ragionando con il cuore, darei ragione alla Sindaca, confermando quanto già espresso su Emiliano che, per i suoi atteggiamenti dispotici nei confronti del nostro territorio, è stato da me (bonariamente) definito come “Satrapo”.
La razionalità, che ritengo mi caratterizza nell’esercizio della mia professione e mai disco-stata dal rispetto delle norme relative alla salvaguardia ambientale, mi porta però a tralasciare il “cuore” e pensare in termini reali e pratici, valutando in maniera distaccata l’opzione TAP a Brindisi e per ora, in questa nota, limitandomi solo al “punto di arrivo” del metanodotto.
E’ innegabile che l’attuale tracciato della TAP, da Melendugno a Brindisi (C.da Conella), comporterà tutta una serie di problemi ambientali, fra cui l’espianto ed il successivo ricol-locamento di ben 10.131 alberi di ulivo (anche secolari); una foresta del simbolo regionale da spostare, con la certezza della moria di un gran numero di questi.
Tutti gli altri aspetti, di ordine ambientale, sono riportati nell’autorizzazione in essere, con ben 66 prescrizioni!! Mi chiedo: che senso ha rilasciare un’autorizzazione con 66 prescrizioni??
Perché non bocciare subito il progetto che presenta ben 66 condizioni da giustificare?
Il gasdotto TAP, come riferito, ha il suo terminale nel territorio di Brindisi, alla Contrada Conella, ad W del Quartiere S. Elia ed a distanza di circa 2 Km dalla grande sottostazione elettrica di Pignicedda.
Questo terminale, che TAP prevede di ampliare, è già sede dell’arrivo di 2 metanodotti che si dipartano da Palagiano (TA) e pervengono a Brindisi, il primo da Mesagne ed il secondo da S. Vito dei Normannni; da Contrada Conella si dipartono 4 metanodotti: due per la zona industriale di Brindisi (uno parziale) e 2 per portare metano nel Salento (Maglie ed Arnesano).
Inoltre, sempre a Brindisi è previsto l’arrivo del metanodotto Poseidon che approda, dalla Grecia, ad Otranto, per un quantitativo, stimato, in circa 10 Miliardi di mc./anno.
Nella “sottostazione” di Brindisi si verranno a concentrare ben 8 metanodotti (fra ingresso ed uscita), che smisteranno circa 35-40 Miliardi di mc di metano all’anno.
Snam ha deciso che Brindisi costituisca l’Hub meridionale della movimentazione del gas proveniente dalle regioni dell’Est Europa, senza alcuna condivisione con l’Ente locale.
Due sono gli aspetti che vanno considerati su tale Hub:
- Quale sarà il “ristoro” per Brindisi? L’Hab costituirà un impianto di grande “sensibilità”, sia dal punto di vista della pericolosità sociale che, dal punto di vista ambientale, oltre ad essere d’importanza nazionale.
- Quali saranno i “presidi ambientali” di cui necessita l’Hub di Conella? Nel progetto approvato, non è prevista alcuna tecnologia di controllo e di monitoraggio relativo alle “emissioni fuggitive” che, con certezza, si avranno e che sono potenzialmente molto pericolose per i “componenti in traccia” che il metano contiene.
In merito al primo punto, leggo, sempre dall’agenzia Reuters, che il “ristoro” previsto da TAP per il Comune di Melendugno è pari a 3 Milioni di euro/anno per ciascuno dei 4 anni di realizzazione del metanodotto e di 500 mila €/anno per tasse locali. Non mi sembra poco!!
Ed allora quanto, il Comune ed il Presidente Emiliano, dovrebbero chiedere a Snam, Tap e Poseidon, per ristorare Brindisi, sede di un Hab metanifero, socialmente ed ambiental-mente, pericoloso?
Su questo punto credo che la Sindaca, dimostratasi capace di effettuare i tagli di spesa sulla Fondazione del teatro, non possa transigere e debba “battere i pugni”!
Del resto, ribadisco. che i Cittadini di Brindisi, sono costretti a pagare ben 14 €/tonn. di “ristoro” ai comuni di Ferrara e Granarolo, sol perché i nostri RSU sono stati portati in combustione ed hanno prodotto emissioni atmosferiche!
Che cosa avrebbe dovuto chiedere Brindisi per i milioni di tonnellate di inquinanti immessi in atmosfera e nel territorio, oltre che a danno della nostra salute?
In merito al secondo punto, il progetto approvato non presenta alcun “presidio ambientale” per la stazione (Hub) di Conella!! Assurdo!
Non è stato previsto alcun sistema di monitoraggio e controllo dedicato ai micron-quinanti, anche in tracce, che caratterizzano il metano che “fuggitivamente” fuoriesce dalla stazione.
Eppure la TAP dovrebbe avere un “supervisore” ambientale che, ove dotato di adeguata esperienza e professionalità e non indicato dalla più becera politica (sulla qual cosa è legittimo il mio dubbio), questi dovrebbe aver rilevato tale anomalia.
La verità e che il Comune dovrebbe essere più presente sulle procedure d’impianti che interessano il territorio e la salute dei Cittadini e non perdersi in quisquiglie di poltrone da occupare.
Infine, tutti noi nasciamo dotati di “fede”, “speranza” e “carità” ed il libero arbitrio ci permette di esercitarle o meno; personalmente ritengo che la “speranza” si debba sempre esercitare facendo affidamento, nel qual caso, al “piglio” che la Sindaca ha saputo evidenziare.
prof. dott. Francesco Magno
Le perle di saggezza del magno sono uno dei motivi per ignorare legambiente
Egregio Romeo, le mie considerazioni sono solo di ordine tecnico e non hanno la pretesa di essere ” perle di saggezza”. Mi chiedo,ancora, Cosa c’entra Legambiente con mie personali considerazioni? Sono un semplice iscritto a Legambiente come in tante altre associazioni e la firma sul documento è’ la mia è di nessun altro è come tale mi assumo tutte le responsabilità del caso. Tanto le dovevo.
Caro remo se si alza il vento io metto la vela mi sento contento e non voglio remà….. E tu che fai?
Senta Avv. Carluccio, ascolti e faccia suo l’articolo del Prof. Magno, che è condivisibile non per scelta ideologica ma per il rigore tecnico con cui è stato scritto. Veda di portare a Brindisi qualcosa di più vantaggioso , in termini economici, e non la sponsorizzazione per qualche squadra di calcio o, che so, di beach volley ( con tutto il rispetto per lo sport). Termino con una osservazione: nell’articolo si fa menzione di una autorizzazione con 66 prescrizioni!!! Roba tra l’incubo e lo schifo più assoluto: una ulteriore riprova che se questo Paese non viene fuori dalla fetida e immonda palude delle sue 200.000 e passa leggi, avanti non si va.