BRINDISI – Il consiglio comunale monotematico sulla sicurezza, andato praticamente deserto, la nuova ondata di atti criminali in città e in provincia, con buon’ultima la rapina di stamattina ai danni di una gioielleria del centro commerciale Le colonne, e gli annunci delle più alte cariche istituzionali che parlano di ottimizzazione delle risorse per poi tagliare i fondi in maniera orizzontale. In questo clima è nata la lettera di Francesco Pulli, il segretario nazionale del Sap, il sindacato autonomo di polizia, indirizzata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al prefetto di Brindisi, Nicola Prete, al presidente della Provincia, Maurizio Bruno, e al questore, Roberto Gentile. Pulli si rivolge alle massime istituzioni nazionali e del territorio per denunciare le carenze strutturali e di risorse umane patite dalle forze di polizia, che impediscono di garantire la sicurezza che i cittadini onesti cercano spasmodicamente in questi tempi bui, in cui il crimine organizzato sembra aver rialzato la cresta, puntando le sue bandiere in tutta la provincia, a partire dal capoluogo.
«Dopo anni in mano a consorterie mafiose, Brindisi cominciava a vedere l’alba di una nuova era della legalità: oggi, la città è in ginocchio e rischia di cadere a terra, ferita a morte – denuncia Pulli – A Brindisi chiuderanno i battenti gli uffici della Polizia Postale e della Squadra Nautica, nonostante i successi conseguiti nel contrasto ai reati informatici e alla pedopornografia online, nonché i tangibili segni nella lotta al contrabbando. La stazione ferroviaria è una bomba in pieno centro cittadino a causa del materiale esplodente che vi sosta e transita quotidianamente. Con i pochi uomini presenti e il prossimo declassamento, la Polizia Ferroviaria non riuscirà più a garantire la dovuta vigilanza nello scalo e neanche la sicurezza agli utenti di transito nelle ore serali». Non sono solo quelli di cui sopra i reparti a patire, in provincia. «La Polizia Stradale non ha personale sufficiente per coprire arterie di competenza e, spesso, gli incidenti devono essere rilevati dall’unica volante presente, costretta, quindi, a lasciare scoperta la città. La Polizia di Frontiera, nonostante i dati in continuo aumento sul traffico aereo, è ormai senza ufficiali di polizia giudiziaria e i Commissariati di Ostuni e Mesagne, carenti in risorse umane e mezzi, cercano, a fatica, di contenere una malavita strisciante».
Pulli, nella sua lettera, sottolinea i tanti sforzi dei poliziotti brindisini che si occupano di mille altre incombenze: i servizi di sicurezza nei Cie, allo stadio, durante le manifestazioni, lo smaltimento della burocrazia dei fascicoli e il rapporto coi cittadini. La drammaticità della situazione è esasperata e portata al limite della sopportazione, secondo il sindacalista, da una classe politica locale non all’altezza del compito. «Giorni fa, al teatro Verdi, è andata in scena l’ennesima debacle della locale classe politica che codardamente ha respinto ogni responsabilità sul declino della nostra terra e si è nascosta dietro disquisizioni sociologiche. Tutti gli intervenuti hanno reclamato a gran voce sicurezza e tante sono state le parole lusinghiere e encomiabili per le forze dell’ordine.
Lo stesso procuratore distrettuale antimafia, Cataldo Motta, che da diversi anni richiama tutti affinché si presti la dovuta attenzione all’escalation criminale, si è soffermato su come la malavita stia mutando nelle proprie metodologie di attacco». La richiesta, quindi, è chiara. «Solo con l’arrivo di risorse umane si potrà consentire allo Stato di riconquistare il controllo del territorio e al cittadino comune, all’artigiano, al coltivatore, all’imprenditoria locale e straniera di ricominciare a credere in uno Stato che li tuteli, presente e proiettato seriamente a una rivoluzione copernicana. Attualmente, purtroppo, assistiamo a una politica deficitaria e assente, oltremodo determinata in merito ai tagli delle risorse e dei presidi di polizia».
BrindisiOggi
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