
BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Il governo taglia in Puglia 45milioni di euro destinati alle periferie, la città di Brindisi perde 18 milioni di euro per la riqualificazione dei capannoni ex Saca all’interno del parco Cillarese. Una vera e propria “mazzata” per il Comune di Brindisi che, dopo aver firmato una convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e aver acceso un mutuo da 600mila euro, è costretto a bloccare i quattro progetti oramai ben avviati. Tutto fermo quindi, il centro ricreativo per bimbi autistici, il laboratorio dedicato alla cultura della Dieta Mediterranea e gli orti didattici e urbani per bambini e adulti resteranno solo dei bei progetti, progetti su carta e niente più, a meno di una inversione di tendenza del governo. “Non staremo con le mani in mano, combatteremo con tutti gli altri Comuni esclusi dal finanziamento e con l’Anci- dice l’assessore comunale con delega ai Beni Comuni , Roberto Covolo- è chiaro che a questo punto si aprirà una battaglia legale”.
Il governo ha deciso di bloccare per due anni più di un miliardo e mezzo di euro destinati a progetti di riqualificazione delle periferie, un fondo che era stato approvato dai governi Renzi e Gentiloni. In Puglia perdono il finanziamento Foggia (18 milioni di euro), Taranto (10milioni di euro) e Brindisi (17,4milioni di euro). Si salvano Lecce e Bari perché nella graduatoria stilata a conclusione del bando erano tra i primi 24 comuni. La città di Brindisi, manco a dirlo, si era qualificata tra le ultime posizioni in graduatoria e per questo è stata una tra le prime ad essere tagliata fuori.
Significa che le “convenzioni”, che non sono altro che i “contratti” con cui il governo si impegna a dare ai comuni il denaro necessario a realizzare i progetti approvati, rimarranno bloccate fino al 2020.
Il denaro che sarebbe dovuto andare agli interventi sulle periferie è stato spostato verso un’altra voce di bilancio con cui lo stato vuole finanziare un intervento che permetterà ai comuni di utilizzare gli avanzi di bilancio bloccati dal “patto di stabilità”. In sostanza il governo ha tagliato 96 convenzioni su 120 stipulate per il Piano delle periferie.
Brindisi aveva perfezionato la convenzione con il Consiglio dei Ministri lo scorso 11 aprile con l’impegno di realizzare i progetti definitivi e aprire i cantieri per la realizzare le opere entro il 2020. Il Comune aveva candidato due anni fa l’area del Cillarese zona ex Saca ad una procedura di selezione per la predisposizione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni di provincia. In particolare sarebbero state favorite le partecipazioni all’attuazione dei progetti da parte di altri soggetti pubblici e privati. I progetti di selezione avrebbero riguardato la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo, intendendo come periferie le aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza dei servizi.
Nella proposta progettuale il Comune di Brindisi aveva fissato una serie di obiettivi legati proprio alla rivalutazione dei capannoni, ossia: manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione del Capannone n.1 per la realizzazione di nuovi modelli per il welfare urbano compreso l’erogazione di servizi sociali, culturali, educativi e didattici; manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione del Capannone n.2 per la realizzazione di laboratori dedicati alla cultura agricola ed alimentare dei paesi del mediterraneo; a questi si aggiungono le aree verdi per la realizzazione di progetti e dello sviluppo urbano ecosostenibile, ad esempio orti didattici, orti urbani, agricoltura sociale. Il progetto preliminare era stato redatto dall’architetto Antonio Bruno al quale successivamente è stato affidato anche quello definitivo di uno dei due capannoni. Contestualmente era stata sottoscritta anche l’intesa con l’azienda sanitaria locale per l’attivazione e la gestione delle attività, stessa cosa per la Fondazione della Dieta Mediterranea con la quale era stato siglato un accordo. Alla città di Brindisi erano stati assegnati 17.482.071,68 euro, denaro che sarebbe servito a dare un volto nuovo al parco e una nuova destinazione d’uso a quei capannoni abbandonati da oltre 50 anni. Non solo, l’amministrazione, così come prevedeva il bando, aveva anche acceso un mutuo per 600mila euro, quota di partecipazione al progetto. “Tutto questo avrà degli strascichi giudiziari- sottolinea Covolo- il Comune si è fatto carico di mutuo perché era previsto il cofinanziamento da parte dell’amministrazione . La partita non è chiusa. Attenderemo gli sviluppi e ci muoveremo con gli altri comuni, siamo anche in contatto con il Antonio Decaro, presidente dell’Anci”.
De Caro lo scorso 4 settembre durante un’audizione dinnanzi alla Commissione Bilancio , con alti venti sindaci di Comuni capoluogo , ha annunciato il ricorso al Tar e alla Corte Costituzionale. “E’ stato un furto con destrezza- ha detto Decaro- il decreto presenta profili di illegittimità e viola gli obblighi convenzionali. Siamo pronti a fare ricorso al Tar e alla Corte Costituzionale”.
Al di là di quella che sarà la strada da percorrere per cercare di opporsi a questa decisione del governo di tagliare i fondi, c’è un altro aspetto della vicenda legata al Cillarese: il Comune non ha un piano di riserva, un’alternativa che consenta di recuperare quelle strutture fatiscenti. “Servono troppi soldi per recuperarli, non siamo in grado di affrontare una simile spesa- dice Covolo- per questo non abbiamo un piano di riversa. E’ ovvio che il nostro impegno è quello di reperire risorse. Ma ad essere onesti, neppure con i fondi regionali si riesce a recuperare qualcosa. La situazione è molto complessa e per il momento non si potrà fare assolutamente niente”.
I capannoni ex Saca restano quindi “al palo”, chiusi dietro una recinzione che in qualche modo dovrebbe nasconderli dagli occhi dei cittadini e da chiunque possa avere intenzione di introdursi al loro interno. E dire che un tempo erano stato il fiore all’occhiello dell’industria aeronavale. I capannoni ex Saca nascono nel 1934 con la Società Anonima Cantieri d’Aeroporto. I capannoni in via Provinciale San Vito ospitavano il cantiere meccanico della società che realizzava parti meccaniche per le costruzioni dei velivoli aeronautici, navali e ferroviari. “In questo momento possiamo fare ben poco per quei capannoni, anzi nulla- dice l’assessore comunale con delega ai Parchi e al Verde, Roberta Lopalco- è un gran peccato perché l’idea era quella di diversificare l’offerta del parco urbano . Quando si riesce a far questo, a creare delle attività legate al parco si riesce anche a gestirlo meglio. L’idea dell’amministrazione è di migliorare la manutenzione ordinaria del parco piuttosto che dover ricorrere a quella straordinaria. Se le risorse ce lo permetteranno continueremo su questa strada anche con l’aiuto delle associazioni ambientaliste”. Il comune di Brindisi al di là del progetto legato ai capannoni ex Saca vorrebbe creare una rete di parchi in modo che si possano integrare nel tessuto urbano. I quattro progetti legati al programma di rigenerazione dovevano servire anche a questo, a creare nuove attività, attività che si sarebbero dovute integrare con la vita del parco che attualmente resta senza vigilanza e non scarsa illuminazione.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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