BRINDISI- Resterà un mistero. Lo sversamento c’è stato, le acque del porto sono state contaminate e inquinate da una grossa quantità di gasolio, ma non si conoscerà mai il responsabile. E non stiamo parlando di una singola chiazza, ma di lunga distesa che ha invaso una gran parte del porto interno, concentrata soprattutto nell’ultimo tratto del lungomare Regina Margherita vicino alla porta Thaon Di Revel.
L’odore martedì pomeriggio era nauseabondo, lo sversamento era evidente ad occhio nudo. A confermare la presenza anche la Capitaneria di porto, la quale però dice che è difficile risalire ai responsabili. “Il gasolio non ha dna- spiega il comandante della Capitaneria di porto di Brindisi Minotauro- evapora e quindi è difficile individuare chi abbia provocato lo sversamento. Abbiamo fatto un sopralluogo e abbiamo constato che c’era del carburante, ma chi può dire chi è stato”.
Questi strani fenomeni nel porto di Brindisi accadono da anni, a volte qualcuno se ne accorge e segnala, altre volte invece muoiono nel silenzio. Come questa volta. Del fatto ne ha parlato solo BrindisiOggi. Nessuno ha chiesto chiarimenti. Alla faccia della tutela ambientale.
Lucia Portolano
“Difficile” non vuol dire “impossibile”, vero?
Le parole del comandante della capitaneria di porto, circa la difficoltà o l’impossibilità di individuare i responsabili, non è chiaro se siano definitive o se è solo un modo frettoloso di mantenere uno certo riserbo. Se di fondo c’è davvero la convinzione di essere impotenti nell’eseguire i dovuti accertamenti, allora vorrebbe dire ammettere la mancanza di un potenziale investigativo che pure si dovrebbe possedere. Anche se il gasolio evapora, ci sono sempre le foto dei satelliti che già da sole possono svelare il mistero. Ci sono poi lo studio delle correnti, che in capitaneria dovrebbero saper fare alla perfezione. Se tutto questo è “impossibile” allora occorre mettere una taglia sui responsabili. In ogni caso il Comune ha il dovere di costituirsi parte civile e chiedere serie indagini, senza mai abbassare la guardia o fare passi indietro. Ci sarà un seguito o possiamo tranquillamente arrenderci?
faccio i miei complimenti alla redazione, per aver divulgato la notiza che nessuno altro ha riportato. Scoprire i responsabili era un compito scomodo e imbarazzante?!.
Concordo con Voi: alla faccia della tutela ambientale e aggiungo: porto una risorsa da salvaguardare e valorizzare…solo in teoria