SAN PIETRO VERNOTICO – (da il7 Magazine) Una strada lunga qualche manciata di chilometri, appena dieci per collegare San Pietro Vernotico, Torchiarolo e la zona della marina “Campo di Mare”, una strada maledetta, la S.P. 84, disseminata di lapidi ciascuna delle quali racconta una storia: la fine di una vita. La strada San Pietro-Torchiarolo è una tra le più pericolose della provincia brindisina, teatro di molteplici incidenti stradali, il più mortali, è dissestata e priva di illuminazione. Nonostante le denunce e le segnalazioni, in questi anni è stato fatto ben poco per la messa in sicurezza.
Oggi dopo l’ennesimo incidente mortale, i parenti delle vittime si mobilitano nella speranza di smuovere le coscienze e le poltrone di chi avrebbe il dovere di intervenire. L’appello arriva da Caterina Protopapa, la sorella di Lorenzo Protopata che qualche anno fa perse la vita proprio su quella strada. Era il 31 maggio 2017 quando il giovane, 21 anni appena, mentre percorreva via Torchiarolo, nei pressi del Calvario, perse il controllo della sua auto, schiantandosi contro un albero. Lorenzo morì sul colpo. Da quel giorno la sorella Caterina continua a lanciare appelli affinchè quella strada sia messa in sicurezza. Oggi, all’indomani dell’ennesima tragedia scrive: “Penso che sia giunta l’ora che tutte noi famiglie di vittime stradali ci uniamo e facciamo qualcosa per smuovere chi fino ad oggi non ha fatto nulla per la sicurezza stradale … è dal 2017 che morto mio fratello. E’ una cosa continua ragazzi che si schiantano e che diamo sempre la colpa a questi giovani che corrono e nessuno invece parla delle nostre strade insicure, andate a guardare la situazione, come sono ridotte queste strade rotte prive di illuminazione e a volte prive di segnaletica..nel frattempo però sono morti mio fratello Lorenzo, la coppia di Cellino, Valeria Cavalero; Sara Pierri, Giulia Capone, Davide Cazzato, Kevin Losito, Giuseppe Casole, Amedeo Profilo e tanti altri…e allora prima che ne succedano altri di incidenti e che ci siano altre famiglie che come è accaduto a noi, a cui vengono strappati via figli ,fratelli, sorelle, iniziamo a prendere una iniziativa insieme, solo insieme si può mettere fine a tutte questo e magari salvare altre vita altri ragazzi che hanno ancora tutta la vita davanti”.
Non è la prima volta che Caterina Protopapa cerca di sensibilizzare le famiglie e le istituzioni. Qualche mese dopo la morte di suo fratello, lanciò un primo appello. In quel periodo il sindaco di Torchiarolo, Nicola Serinelli, scrisse al prefetto e un gruppo di giovani sampietrini dei partiti di centrodestra insieme al consigliere Michele Lariccia si fece promotore di una raccolta firme proprio al fine di sensibilizzare le istituzioni. Gli anni sono trascorsi e alle vittime del passato si sono aggiunte quelle del presente, un lungo elenco di nomi, alcuni dei quali riportati su quelle lapidi che a tratti si intravedono lungo il ciglio della strada maledetta. Come pietre miliari che a differenza delle originali non segnano lo spazio ma il tempo, quello che si è fermato per ciascuna di queste vite spezzate.
Tra le prime vittime della S.P.84 c’è il deejay Giuseppe Casole. Era il 17 luglio 2013, il giovane, 24 anni di San Pietro Vernotico è alla guida della sua moto una Suzuki 400, quando si scontra con una Peugeot 308 condotta da una signora di anni 48 residente a Trepuzzi. Con Giuseppe sulla moto c’è anche un altro giovane , ma ad avere la peggio è il deejay che nel violento impatto muore sul colpo.
E’ il 4 giugno 2016, quando proprio su quelle strada, in particolare sul tratto che porta a Campo di Mare, due giovani che stanno tornando a piedi dalla discoteca vengono investiti da un’auto. La vettura, una Y 10, sbanda dopo aver effettuato il sorpasso di un pullman. La tragedia si consuma in una manciata di secondi, l’auto si ribalta e il conducente, Amedeo Profilo, resta schiacciato tra le lamiere. Per il giovane, 25 anni di San Pietro Vernotico, non c’è nulla da fare. I medici dichiareranno il decesso sul colpo.
Nell’arco degli anni sulla Strada Provinciale 84 e limitrofe di incidenti se ne sono verificati moltissimi, spesso si è trattato di incidenti autonomi, ossia conducenti che hanno perso autonomamente di controllo del mezzo. Ma in particolare dall’inizio dell’anno ad oggi di incidenti mortali su quel tratto di strada se ne sono verificati quattro ed a perdere la vita sono state otto persone quasi tutti ragazzi.
Il 3 gennaio scorso Kevin Losito, 20 anni di Torchiarolo è finito con la sua auto contro un albero d’ulivo. Il ragazzo era a bordo di una Ford Fiesta e percorreva la Strada Provinciale 85 all’altezza della marina di Lendinuso. Inutile l’intervento dei sanitari del 118 e dei vigili del fuoco. Il ragazzo è deceduto sul colpo.
Il 23 febbraio, invece, un mese dopo la morte di Kevin , tre persone restano coinvolte in un terribile incidente sulla strada San Pietro Vernotico- Campo di mare. Due le auto coinvolte, tre le vittime: una donna di 44 anni, Emanuela Vigneri di San Pietro Vernotico, e due coniugi di Cellino San Marco, Giuseppe Ferilli di 52 anni e Alessandra Leuzzi 42 anni. Le auto sulle quali viaggiano impattano violentemente, Emanuela Vigneri muore sul colpo, i due coniugi si spengono una volta arrivati in ospedale. La coppia lascia orfani tre bambini.
Il 23 marzo scorso, Brindisi vive l’ennesima tragedia. La città si sveglia con una notizia terrificante: durante la notte, in uno spaventoso incidente sulla strada provinciale per San Pietro Vernotico, alla porte del paese, nei pressi dello svincolo per Cellino San Marco, muoiono tre ragazzi. Si tratta di Davide Cazzato 19 anni di Brindisi, Sara Pierri, 18 anni di Brindisi , e Giulia Capone, 17 anni di San Pietro Vernotico. I giovani viaggiavano a bordo di una vettura condotta da una quarta ragazza che fortunatamente si salva. L’auto con le vittime dapprima impatta contro un muretto poi con un’altra vettura. Ad oggi la dinamica della tragedia non è ancora molto chiara, così le responsabilità del sinistro.
L’ultimo incidente mortale, in ordina di tempo, è quello di Simone Argentieri, un giovane centauro di 25 anni, che lo scorso 27 luglio, con la sua moto, una Kawasaki, percorrendo la strada che collega San Pietro a Cellino San Marco, è finito fuori strada schiantandosi contro un albero. Purtroppo non c’è stato nulla da fare, è morto al suo arrivo in ospedale.
Dieci chilometri appena, segnati da una lunga scia di sangue, la strada che collega San Pietro a Torchiarolo sino ad arrivare a Campo di Mare resta una trappola mortale. La sera è completamente al buio, di giorno, sebbene ci sia la luce del sole, resta difficile evitare le buche e il manto stradale sconnesso. La manutenzione della strada e la messa in sicurezza rientra tra le competenze e la responsabilità dell’ente Provincia di Brindisi eternamente in difficoltà a movimentare denaro e far quadrare i conti. A questo si aggiunge anche la crisi della società partecipata, la Santa Teresa, che in teoria dovrebbe occuparsi proprio della manutenzione e della messa in sicurezza delle strade provinciali, servizi essenziali, proprio perché legati all’incolumità delle persone. Ma anche qui gran parte del personale è in cassa integrazione e le risorse scarseggiano.
Lucia Pezzuto
per il7 Magazine
Avete dimentica STEFANO CACUDI… fa parte di tutta questa giovane gente che è scomparsa a causa della strada…
Grazie redazione di brindisi oggi provero a fare una raccolta firme nella speranza della collaborazione dei cittadini…grazie àncora di cuore
Ci tenga informati
Vedo indifferenza anche nel dolore di ogniuno di noi….mi dispiace x le vittime e famigliari quelli che realmente piangono e vivono con rabbia di un perché fatto di sola ipocrisia