Stefano Rampoldi presenta ultimo album all’ExFadda, ingresso gratuito

Stefano Rampoldi

SAN VITO DEI NORMANNI – L’ex cantante dei Ritmo Tribale in tour presenta il suo ultimo album da solista nell’ex stabilimento riqualificato di San Vito dei Normanni, l’ExFadda. Lunedì 21 Agosto alle 21:30, ingresso gratuito.

Dopo la sua presenza ed il successo nel 2014 allo YEAHJASI! Brindisi Pop Fest – il festival dell’ExFadda che promuove la scena musicale locale – Edda torna a calcare il palco del Laboratorio Urbano di San Vito dei Normanni per presentare il suo ultimo album “Graziosa Utopia”.

Il percorso solista di Stefano “Edda” Rampoldi ha sempre fatto discutere e diviso appassionati e critici. Il debutto “Semper Biot” aveva subito portato l’ex-Ritmo Tribale al centro dell’attenzione all’interno della scena indipendente italiana, e, accanto a chi apprezzava la sanguigna genuinità del disco, c’era anche chi non sopportava l’eccessivo allontanamento da strutture ben definite.

I dischi successivi non sono più stati così scarni e crudi, e con il precedente “Stavolta come mi ammazzerai”, l’autore aveva deciso che era ora di fare canzoni a tutto tondo, quindi con melodie pulite, un suono che lasciava da parte la spigolosità a tutti i costi e un modo di cantare attento e impostato. Ciò non significava che Edda si fosse normalizzato del tutto, ma di certo non era più la scheggia impazzita dei primi anni. Ovviamente, gli estimatori della prima ora hanno storto il naso, mentre i detrattori si sono improvvisamente avvicinati a un artista che finalmente andava incontro ai gusti di un pubblico più ampio.

Questo nuovo e quarto album fa capire chiaramente che Edda non intende certo tornare sui suoi passi, anzi, le caratteristiche che iniziavano a intravedersi nel disco precedente emergono ora pienamente. Le melodie, pertanto, sono ormai decisamente rotonde, il suono è curato e molto attento alle armonie e a proporre dinamiche fluide, il timbro vocale è sempre un po’ bislacco, ma si incardina perfettamente in questo nuovo impianto musicale. Anche qui, però, non si può parlare di standardizzazione per Edda, intanto perché, come detto, il suo modo di cantare potrebbe difficilmente portarlo all’attenzione di quel pubblico allargato che inizia ora a scoprire i nomi più in voga del circuito indipendente, e poi perché i testi esprimono, come in passato, inquietudine e disagio nei confronti sia del mondo esterno che di se stesso.

Si comincia con “Spaziale”, nella quale un suono delicato e avvolgente accompagna il racconto di come la serenità sentimentale aiuti a stare meglio ma di certo non cancella i problemi che ognuno si porta dentro. “Signora” sfrutta giri brevi e ficcanti di tastiera e chitarra e una melodia particolarmente immediata per mettere in luce la perversa attitudine di andarsi a cercare le difficoltà anche quando ci si potrebbe adagiare su ciò che si è ottenuto. In “Zigulì” il suono è particolarmente disteso e aperto, soprattutto grazie agli archi, ma sotto c’è ancora una storia di difficoltà, in questo caso relativa allo staccarsi da qualcuno che ci fa stare bene sul momento ma che chiaramente ci porterà a stare male nel lungo periodo. “Picchiami” è particolarmente diretta e rock e descrive il desiderio che qualcuno si allontani da noi per salvare almeno se stesso.

I testi mantengono tutte le caratteristiche che hanno reso lo stile di Edda unico e riconoscibile: l’esposizione del proprio lato femminile, l’eroina, la vita metropolitana come specchio dei tormenti interiori. Rampoldi, però, ha ormai deciso che la parte musicale deve essere non più in stretto accordo con quanto raccontato, ma deve porsi quasi in contrasto con le storie stesse. Un contrasto che, però, deve comunque avere lo scopo di valorizzare quanto viene raccontato, così ecco che la pulizia e la cura sonora hanno la funzione non di accondiscendere l’ascoltatore, ma di accompagnarlo con gentilezza nel mondo difficile dell’autore, senza spingerlo dentro di forza come avveniva agli inizi.

È una scelta nuovamente destinata a dividere, ma, per il sottoscritto, è molto più appagante ascoltare un disco con questo tipo di dinamiche rispetto a uno in cui si va dietro in modo facile alle sensazioni espresse con i testi. A quel punto, tanto vale scrivere un libro o recitare a teatro, invece ora Edda è in grado di includere le proprie storie in un contesto musicale con tutti i crismi. Questa è una missione molto più difficile, e l’artista milanese l’ha compiuta ottimamente.

BrindisiOggi

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