Spiagge inagibili sul litorale nord: revocate 17 concessioni, solo 4 sono ok

BRINDISI-  Su 21 stabilimenti balneari del litorale nord di Brindisi solo 4 hanno ottenuto il via libera, per i restanti il Comune di Brindisi ha revocato la concessione. I lidi non sarebbero conformi agli aspetti edilizi, urbanistici e paesaggistici previsti dalla legge.

La concessione è stata  rilasciata a quattro lidi in tutto: Hewingway, lido Azzurro, Guna e Malcarne. Per altre quattro è stato dato parere negativo, l’ufficio Urbanistico diretto dall’architetto Fabio Lacinio sulla base della normativa ha dato il diniego per gli storici lido Sant’Anna, Arca di Noè, Giancola (per la quale è stata disposta anche la demolizione),  e lido Arena. Gli altri stabilimenti hanno aperto il procedimento per mettersi in regola, ma alcuni hanno consegnato i documenti solo nei primi giorni di giugno e per altri si è in fase di valutazione.   A estate ormai inoltrata questa è la situazione sul litorale brindisino. Qualcuno aveva sottovalutato la norma immaginando che poi si sarebbe trovata la soluzione. Ma dagli uffici del Comune fanno sapere che si tratta di questioni tecniche,  e che bisogna rispettare la normativa. I gestori che hanno ricevuto il diniego possono comunque ricorrere al Tar, nella speranza di una sospensiva del provvedimento comunale.

Da quando il controllo delle spiagge è passato al Comune gli stabilimenti balneari si sono dovuti dotare di tutte le autorizzazioni. Si chiede che le opere siano conformi al progetto iniziale, il certificato di fine lavori, l’accatastamento, la regolarità degli impianti elettrici, il nulla osta sanitario, il certificato antisismico, la regolarità dei titoli dei terreni. Insomma una serie di documenti che i lidi nati intorno al 1970 non hanno mai ottenuto, su quale spiagge nel tempo sono state anche costruite  anche opere abusive che non risultano nei progetti.

Tutta la documentazione è stata trasferita al comando dei vigili urbani, due giorni fa il comandante Teodoro Nigro ha fatto sapere che ci sono dei controlli in corso su tutto il litorale. E alcune spiagge  aperta pur senza concessione rischiano di essere chiuse.

Lucia Portolano

7 Commenti

  1. Non credo che il piu grosso disastro italiano o brindisino siano 4 cabine abusive.. però e meglio alzare polvere su queste cose e evitare di vedere i seri problemi… la provincia di brindisi sta morendo l agricoltura è morta l edilizia è morta quel poco di industria che c era è morta tranne qualche colosso che piu che dare lavoro agli operai toglie la vita al popolo della provincia ( vedi ultime notizie sui casi di malformazione a brindisi) e non abbiamo ancora avuto l inteligenza di capire che l unica cosa che ci è rimastaè riuscire a sfruttare la costa che abbiamo attirando il turismo… come??? Non sicuramente chiudendo le spiagge ma magari autorizzandone molte altre e con pratiche rapide veloci e a poco costo.. solo così incentiaviamo qualche imprenditore a far girare l economia..

  2. Queste sono le persone che aiutano l italia… gente che vuole demolire quelle gia rare strutture presenti sulla nostra costa.. la costa brindisina è la piu povera di tutta la puglia sprovvista di qualsivoglia struttura qualche spiaggetta avevamo e pure la stanno chiudendo.. poi diciamo che non ci sono soldi non c e lavoro… è normale.. con gente del genere… tutte le spiagge avrebbero fatto lavorare almeno 200 persone del posto e qualche povero turista che si fosse fermato avrebbe lasciato qualche euro per un gelato e lo avremmo guadagnato noi anzicche lasciarlo agli altri.. ora invece con le spiagge chiuse saremo tutti piu contenti di prendere il sole nella spazzatura

  3. In Italia si spera sempre nelle proroghe e nella tempestiva adozione di permessi provvisori col connotato dell’eternità. Poi scoppia questo caso della inflessibilità degli amministratori. Vogliamo scherzare? Ma in che mondo viviamo? Cose da pazzi!

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