Sovraffollamento al Pronto soccorso, il sindaco degli infermieri: “il problema non sono i codici bianchi”

BRINDISI –  Il sindacato Nursind interviene sulle  lunghe ore d’attesa al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi, riceviamo e pubblichiamo la nota del segretario proviciale Carmelo Villani.

“Non sono i codici bianchi il problema dei Pronto soccorso della Asl Brindisi, in particolare del pronto soccorso “A. Perrino” di Brindisi. La comunità scientifica e professionale, infatti, ha da tempo individuato come causa principale del sovraffollamento dei Pronto soccorso il blocco dell’uscita, cioè l’impossibilità di ricoverare i pazienti nei reparti degli ospedali per indisponibilità di posti letto, dopo il completamento della fase di cura in Pronto soccorso. È d’altra parte pericoloso parlare di “codici verdi” da trattare presso altre strutture, siano esse di Mesagne o di San Pietro Vernotico, che negli ultimi anni hanno ormai perso le caratteristiche di presidi adatti ad offrire talune prestazioni, se non sottraendo preziose risorse umane e tecnologiche da altri presidi in un periodo di grave carenza, tanto più che i cosiddetti “codici colore” non rappresentano una diagnosi ma una condizione clinica soggetta potenzialmente ad evoluzione nel tempo tanto che la seconda fase dell’accettazione/triage è la rivalutazione periodica durante l’attesa”. Chi può dire ad esempio che un semplice “mal di denti” o un dolore alla spalla sinistra che simula un problema ortopedico non sia invece un infarto del miocardio? Piuttosto la politica focalizzi la propria attenzione su alcune questioni quali la disattivazione della Osservazione breve intensiva dello S.o. A. Perrino di Brindisi, divenuta ancora una volta un punto di appoggio per i pazienti abbisognevole di ricovero perdendo di conseguenza la propria funzione ed il blocco, da mesi, dei lavori di adeguamento strutturale e successivamente organizzativo dello stesso pronto soccorso”.  Alcune soluzioni al problema ci sono, più volte proposte, le stesse che società scientifiche accreditate quali la Simeu hanno proposto a livello nazionale e regionale: attivazione in ogni azienda/presidio di una funzione centralizzata di gestione della risorsa posti letto (“bed management”) e di eventuali unità di pre-ricovero (holding units) e di pre-dimissione (discharge room); gestione delle sale d’aspetto in sinergia con i cittadini e le organizzazioni di volontariato; nuclei di presa in carico integrati, in attività alla porta; avvio di percorsi rapidi dal triage a gestione infermieristica (see & treat, fast-track); elaborazione in ogni presidio sede di Pronto soccorso di un piano di gestione del sovraffollamento; rimodulazione delle attività, con eventuale limitazione di quelle elettive; reperimento di strutture per lungodegenza e continuità assistenziale, con possibilità di invio anche da Ps. Nulla da inventarsi, quindi, ma tante piccole azioni che possono dare ai cittadini un sistema più efficiente a garanzia di un buon livello di qualità fornita a tutti i pazienti e di migliori condizioni di lavoro per gli operatori. Con l’occasione la nostra solidarietà al vile gesto che ha colpito l’Apulia Diagnostic”

 

2 Commenti

  1. forse sarebbe opportuno insistere sulle proposte e battere i pugni in faccia a chi nn capisce, forse bisogna fargli fare un po’ ( 9 – 10 ore di attesa)

  2. abbiamo bisogno di soluzioni immediate e non di critiche che, da un orecchio entrano e dall’altro escono. poveri noi! speriamo di non dover mai ricorrere alle cure in pronto soccorso in qualunque colore. o no?

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