BRINDISI-( Lucia Pezzuto per Il7 Magazine )Sola, relegata in un letto senza mangiare e senza potersi lavare da giorni, Antonia, 65 anni di Brindisi: “Sono stata abbandonata”. Una situazione al limite della sopravvivenza, per la quale solo a sentirla raccontare non basterebbero i commenti di disapprovazione. Immaginate a vederla, una donna in balìa di se stessa, da domenica scorsa senza mangiare e da 11 giorni senza potersi lavare. Antonia, disabile ed allettata , sino a poco prima del 16 gennaio usufruiva del servizio di Assistenza domiciliare integrata erogata dal Comune di Brindisi che le consentiva di avere per un’ora al giorno due operatrici socio sanitarie che provvedevano alla sua igiene personale. Ma da quando il servizio è diventato a pagamento ed il Comune ha preteso anche il saldo delle prestazioni erogate lo scorso anno, Antonia ha deciso di rinunciare all’assistenza che per lei sarebbe troppo onerosa, arretrati compresi. La casa dove abita Antonia, in via Armando Spadini , quartiere Sant’Elia di Brindisi, è al buio da giorni, le tapparelle sono abbassate e le finestre chiuse. La donna dal suo lette riesce ad aprire la porta di casa a chi bussa attraverso un sistema elettrico collegato con la serratura della porta stessa. Quando si entra in casa non è semplice orientarsi , perché regna il buio più totale, lungo un corridoio si intravede una unica luce proveniente da due piccole lampade che Antonia ha accanto al letto. Lei è lì stesa tra quelle lenzuola circondata da traverse sporche e pulite che nessuno ha provveduto a mettere via. “Mi dispiace farmi vedere così- dice la donna con un po’ di vergogna- ma era giusto che qualcuno vedesse in che condizioni sono. Ho chiesto aiuto al 118, ai carabinieri e persino alla Guardia di Finanza visto che il Comune fa l’orecchio da mercante. Ma nessuno ad oggi si è fatto carico della mia situazione”. Antonia, che tra l’altro è gravata dal suo stesso peso, domenica scorsa per potersi cambiare è caduta e si è fatta male ad una gamba . “ Non avendo nessuno che mi aiutasse domenica scorsa ho provato a fare da sola- racconta- ma io che sono obesa e non riesco a muovermi facilmente sono scivolata e mi sono fatta male ad una gamba e ad un braccio. A quel punto ho chiamato il 118”. La donna che è sola e non ha famigliari che si possano occupare di lei ha cercato di far da sé ma con scarsi risultati al punto tale da cadere e farsi male. “I medici che sono arrivati a casa mi hanno sollevata e in qualche modo mi hanno messa sul letto- dice- a quel punto mi hanno chiesto se volessi andare in ospedale ma io non ho voluto. Ho già avuto esperienze simili in passato e tutte le volte che sono arrivata in Pronto Soccorso avevano difficoltà a gestire una persona obesa nelle mie condizioni. Così ho preferito restare a casa mia”. Ora però senza assistenza domiciliare e senza potersi muovere dal letto la situazione si è fatta ancora più complicata. “Non c’è nessuno che possa venire a prepararmi da mangiare né tanto meno a pulirmi- dice rammaricata- basta vedere i sacchetti della spazzatura con le traverse sporche che nel frattempo si sono accumulati. Quando qualche volta ho chiesto la cortesia a qualcuno di portarli via mi hanno chiesto di essere pagati. I servizi sociali conoscono bene la mia situazione ma non intervengono. Dal Comune mi hanno proposto di andare in una struttura socio sanitaria o una casa famiglia. Non ho capito molto bene. Ma in ogni caso avrei dovuto partecipare anche io alle spese di mantenimento. Io non voglio essere rinchiusa , voglio restare a casa mia almeno sino a quando il cervello e la parola mi accompagnano”. Nel buio di quella stanza Antonia ha come unica compagnia il telefonino che continua ad utilizzare per contattare la Regione Puglia nella persona dell’assessore al Welfare , Rosa Barone, il Comune di Brindisi, dall’assessore ai Servizi Sociali, Isabella Lettori, e al funzionario Barbara Namoini, il consigliere Paolo Le Grazie, componente del Cda del Consorzio Ambito Territoriale Sociale BR/1. Ma nel suo cellulare ci sono le registrazioni di tante telefonate alle forze dell’ordine, tutte quelle che la donna ha fatto per denunciare la precarietà della sua situazione. Ora come mai ad oggi non abbia ricevuto risposte, lei dice, non è dato da sapere. Ma una cosa è certa : l’evidenza dei fatti parla da sé. Nel frattempo la presidente del Consorzio Ambito Territoriale Sociale BR/1, Silvana Errico, sindaco di San Vito dei Normanni, chiarisce la posizione dei Comuni dell’Ambito, ossia Brindisi e San Vito dei Normanni, spiegando il perché sia stato introdotto il pagamento del servizio. “Innanzitutto distinguiamo la Sad dall’Adi ,la Sad è l’assistenza domiciliare sociale è quella che fornisce il Comune, mentre Adi è quella integrata insieme con la Asl dove il Comune fornisce la parte sociale , ossia la pulizia e l’oss- dice Silvana Errico- Sino allo scorso anno il problema nessuno lo sollevava, perché non c’era la compartecipazione . Ora per legge dello Stato e della Regione Puglia, noi siamo obbligati per quei servizi a far partecipare l’utente a seconda delle fasce di Isee. Sino a quando c’erano i fondi Pac i due Comuni hanno esonerato l’utenza dalla compartecipazione. Ma una volta che questa situazione è finita ci siamo resi conto che non si poteva più esonerare l’utente. Il problema è che chi fa storie non sono le persone povere ma chi ha un Isee alto . L’Isee alto ti porta a dire che tu hai un reddito, hai degli immobili, hai qualcosa. Qui a San Vito , parlo per il mio comune che conosco bene, non abbiamo di queste situazioni. Avevamo quattro persone che a dicembre avevano qualche difficoltà a pagare. Così abbiamo deciso di rateizzato l’arretrato, anche dieci euro alla volta, quando possono, mentre da gennaio hanno cominciato a pagare quanto dovevano. Basti pensare che si tratta di gente che in base al proprio Isee paga 1,87 euro al giorno. Non mi pare una somma così alta. Chi deve pagare nove euro è gente che ha l’Isee molto alto. A questo punto chi si lamenta non è chi non ce la fa ma chi ha pensato di non dover pagare perché prima non si faceva. Ma non è così che funziona”. Ma la situazione nel Comune di Brindisi sembra molto diversa, i casi emersi in questi giorni sembrano non rispecchiare le condizioni e i termini indicati dall’Ambito. “Mi rendo conto che a Brindisi è diverso- dice la Errico- bisogna chiarire le situazioni. Nelle prossime ore , infatti, incontrerò il sindaco Riccardo Rossi”. A margine di questo vi è anche la situazione delle operatrici che con la rinuncia di tanti utenti hanno visto dimezzare le loro ore di lavoro ed hanno dichiarato lo stato di agitazione. “Le operatrici giustamente si lamentano- prosegue la Errico- anche questo problema lo stiamo attenzionando”.
BrindisiOggi
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