Il sindaco Caroli: “La torre del castello sta cadendo a pezzi, lo Stato e la Regione ci aiuti”

CEGLIE MESSAPICA -Il sindaco di Ceglie messapica Luigi Caroli lancia l’appello alle istituzioni per intervenire sulla Torre del  Castello Ducale, simbolo e storia di  Ceglie dopo i danni provocati dal maltempo. La struttura già da tempo è in condizioni precarie e servono 5milioni di euro per ristrutturarlo.  Il sindaco chiede di non lasciare solo il comune che non può permettersi tali interventi. ” Qui non c’è in  ballo la sola e fondamentale sopravvivenza del patrimonio culturale del  nostro Paese – afferma Caroli – la preservazione della memoria della nostra comunità, ma  l’incolumità stessa dei cittadini. La Torre del Castello Ducale è in pericolo, così come noto e così come certificato dalla relazione del professore ingegnere Pietro Monaco, ordinario di tecnica delle costruzioni del Politecnico di Bari. In quella relazione si rileva “la situazione di criticità statica e di  degrado conservativo, nonché la necessità e l’urgenza di procedere a interventi finalizzati a perseverare la storica struttura e di garantire la pubblica incolumità da ulteriori possibili crolli delle coperture o di parte delle murature verticali, indebolite dall’assenza di coperture ormai crollate e da infiltrazioni degli agenti atmosferici”.

Caroli spiega che dopo l’acquisizione del 2015 della Torre al patrimonio comunale, il Comune si è dotato del progetto esecutivo, per tutti gli interventi necessari, è ha già acquisito i pareri della Soprintendenza sia paesaggistico che monumentale. Costo complessivo dell’intervento: 5 milioni di euro, già immediatamente  cantierabile. “Parliamo di una somma, di un esborso, che il Comune di Ceglie Messapica non può in alcun modo sostenere da solo – aggiunge  – Ma da solo il Comune è stato lasciato. Quando un anno fa, da primo cittadino, ho chiesto alla Regione un immediato ed eccezionale contributo di 2 milioni di euro per la messa in sicurezza della struttura, ho ricevuto la disponibilità a un sostegno di appena 50mila euro. Tanto valeva non rispondere. Però non posso arrendermi, e non voglio credere che la Regione, che lo Stato, vogliano abbandonare al suo destino un pezzo storico della propria memoria, un frammento del proprio patrimonio, senza muovere un solo dito. Quindi mi appello al presidente Michele Emiliano, mi appello a ogni rappresentante istituzionale del territorio, a ogni senatore, deputato, consigliere o assessore regionale, a ogni sottosegretario o ministro, affinché si intervenga, oggi che è ancora possibile, prima che sia troppo tardi. Perché se accadrà qualcosa di irreparabile, e purtroppo potrebbe  accadere senza immediati interventi, la colpa non sarà del tempo o del maltempo: ma dell’assenza delle istituzioni, della noncuranza per il proprio irripetibile patrimonio, che è il vero nostro tesoro. Io lancio qui il mio grido a nome della comunità che rappresento. Non ascoltarlo significherà mettere in pericolo la pubblica incolumità e la nostra stessa memoria, le nostre stesse radici.

BrindisiOggi

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