ROMA-“Tavolo tecnico-interistituzionale a livello regionale, revisione dei confini della zona infetta, strategia per il futuro, coordinamento tra tutti i centri di ricerca. Non si può andare in ordine sparso e non si possono lasciare soli i sindaci e gli agricoltori. Rivedere il Piano degli indennizzi. Tutele per i vivaisti”. Questi i punti indicati dai deputati del pd Salvatore Capone ed Elisa Mariano dopo l’audizione prima dell’Audizione in Commissione Agricoltura del Commissario emergenza Xylella Silletti. I due prima di questo momento hanno incontrato Marina Barba, coordinatrice del progetto di ricerca nazionale sulla Xylella che verrà approvato entro la fine dell’anno. Un progetto della durata di 3 anni per 4 milioni di euro.
“L’audizione in Commissione Agricoltura del Commissario Silletti- scrivono i due parlamentari- ha dimostrato con assoluta certezza, se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno, la centralità della ricerca scientifica per poter contrastare efficacemente la diffusione della patologia da xylella fastidiosa e la necessità di immaginare da subito un futuro per l’olivicoltura e l’agricoltura salentina. Il problema, infatti, è rappresentato non solo dall’avanzare della malattia, la cui presenza è acclarata già oltre Torchiarolo, ma anche dalla drasticità della misura che prevede per un raggio molto ampio il taglio degli alberi sani in assenza di rimedi alternativi riconosciuti sul piano scientifico. In questo quadro emerge con chiarissima evidenza la necessità di recuperare il ritardo accumulato nelle azioni di ricerca e, contemporaneamente, di ridefinire il perimetro della zona infetta e della zona cuscinetto alla luce dei focolai accertati in agro di Brindisi. Con altrettanta chiarezza emerge l’urgenza di coinvolgere nelle azioni di contenimento e contrasto gli attori sociali colpiti dalla diffusione della patologia. E’ necessario un governo sociale e politico dell’intera vicenda se vogliamo aumentare l’efficacia degli interventi di contrasto: senza la collaborazione degli agricoltori, dei Comuni, delle popolazioni nessun piano rischia di raggiungere l’obiettivo del contenimento dell’infezione proprio perché le piante potenzialmente ospiti sono oltre 300. D’altra parte spostare la barriera cuscinetto potrebbe consentire, già oggi, di evitare l’eradicazione nell’ambito dei cento metri e di attivare, sostitutivamente, un monitoraggio costante delle piante sane intorno ai focolai eradicati”.
“Oggi- prosegue Salvatore Capone– abbiamo posto al Commissario Silletti alcune questioni essenziali, perché è necessario capire non solo i risultati fin qui raggiunti del Piano ma come ci si prepara al dopo, alla fine della fase emergenziale. Che significherà anche capacità di convivere con la xylella e individuazione di cultivar resistenti o riconversione.
Per questo ho rilevato l’assenza nel Piano di un segmento fondamentale, quale quello dei vivaisti, e ho sollecitato un ripensamento proficuo in materia di indennizzi, insieme alla revisione del regione de minimis. Non solo. Se è necessario prendere seriamente in considerazione la possibilità dei reimpianti e della riconversione produttiva nelle zona considerata infetta, è altrettanto prioritario un forte coordinamento tra le istituzioni. Oggi è in sofferenza un’intera filiera e sono gravemente a rischio importanti investimenti effettuati dalle imprese, non solo agricole, in questi anni. Per questa ragione parliamo di tavolo tecnico istituzionale e di governo sociale e politico. Altrimenti i deserto non sarà solo del paesaggio. Aspettiamo adesso, per avere un quadro più organico e completo, le audizioni con il Presidente della Regione Puglia e il Ministro Martina”.
“Ci riserviamo una valutazione più puntuale dell’audizione una volta ricevute in forma scritta le risposte alle questioni sollevate oggi- aggiunge Elisa Mariano- ma già adesso è evidente la necessità di rivedere la perimetrazione della barriera spostandone i confini verso nord così come la drasticità della misura dei cento metri. A maggior ragione se, come è stato già affermato oggi dal Commissario Silletti, è praticamente certa la presenza di focolai a Brindisi, ben oltre Torchiarolo, dunque. Per questo riteniamo che la ricerca possa e debba svolgere un ruolo strategico, mettendo opportunamente a valore tutto il lavoro che, anche separatamente, si sta già svolgendo, provando a insediare, se possibile, un tavolo di coordinamento unico dove possano confluire tutte le evidenze che nel frattempo emergono. Per questo l’incontro odierno con Marina Barba è stato quanto mai interessante e proficuo.”
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