Si dimette il presidente del consorzio di Torre Guaceto: «Immobilismo e mancanza di innovazione, così non ci sto»

torre guacetoCAROVIGNO – I venti di burrasca non accennano a placarsi attorno alla riserva naturale di Torre Guaceto. Dopo gli ultimi eventi di cronaca che hanno agitato le acque dell’oasi, ora tocca alla lettera con cui il presidente del consorzio di gestione, la giornalista Mariella Milani, ha annunciato al sindaco di Carovigno, Mimmo Mele, le proprie dimissioni dal suo incarico a contribuire ad alimentare clima pesante nella riserva. «Il mio gesto – spiega provocatoriamente la giornalista – deriva dalla consapevolezza che ciò di cui questo territorio ha bisogno è diverso da quello che io avevo in mente per un suo sviluppo». Secondo la giornalista, quindi, ci sarebbe un’atmosfera avversa alle idee che potrebbero costituire un progresso positivo della riserva, secondo alcune direzioni portanti che si potrebbero prendere ma che, invece, vengono trascurate, quando non osteggiate.

«Penso che Torre Guaceto – prosegue – può avere grandi potenzialità sia per la destagionalizzazione del turismo, sia per la valorizzazione delle sue eccellenze naturali. Per raggiungere questi obiettivi, però, bisogna agire proponendo e realizzando quegli interventi che portino a una crescita consapevole e sostenibile della riserva e dei suoi spazi: ho chiesto l’installazione di una segnaletica didattica che potesse orientare in modo intelligente i visitatori; ho chiesto la realizzazione delle panchine letterarie che puntellino i percorsi; avrei voluto dei lidi protetti dove i bagnanti possano essere liberi da cicche e immondizia per godere a pieno della bellezza della natura. Nulla di questo è stato realizzato, forse a colpa dell’eccessiva burocrazia, e questo immobilismo, questo mantenimento dello status quo mi ha portato a scrivere al sindaco Mele». Il presidente della riserva, nella missiva indirizzata al primo cittadino, ha affermato la volontà di fare un passo indietro nel caso in cui i suoi progetti non siano in linea con lo spirito degli altri attori coinvolti nella vicenda di Torre Guaceto.

«C’è bisogno di aprirsi al nuovo, c’è bisogno di manager, di idee, di progetti e progettualità: rimanendo fermi non si va da nessuna parte. Quando il sindaco Mele mi chiamò per guidare il consorzio mi chiese di mettere a disposizione del territorio il mio bagaglio di conoscenza e contatti per portare la riserva in una nuova fase, innovativa e proiettata verso il futuro: finora questo non è stato possibile e io ne prendo atto. Se le cose stanno così, io non ci sto». Le idee cui la giornalista fa cenno sono prontamente esposte nel prosieguo del discorso. «Sono 10 anni e passa che stiamo a tessere le lodi del pomodoro fiaschetto e va bene, ci mancherebbe, ma oltre al pomodoro c’è dell’altro, tanto altro, che potrebbe essere fatto: penso alla produzione di cotone biologico, a una filiera agricolo-alimentare totalmente biologica, visto che solo il 10% della nostra agricoltura è certificata.

Per fare questo ci sarebbe bisogno di cooperative che potrebbero essere affidate a giovani competenti, raggiungendo il duplice obiettivo di far crescere la riserva e creare posti di lavoro. Non riesco a seguire le logiche politiche che imperano qui e che portano a un mortale immobilismo, non ci sono abituata. Sono abituata, invece, a lavorare, a creare e a ottenere i risultati per quello che è il mio impegno». Il passo indietro del presidente, però, potrebbe non essere definitivo. «L’ho anche detto al sindaco: se si vuole andare avanti, possiamo ancora farlo ma mi si deve dimostrare nei fatti che ci sono le condizioni per attuare quel cambio di passo di cui la riserva ha un urgente bisogno».

Maurizio Distante

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