Sfiammate Petrolchimico, il sindaco: “Serve una riconversione alla chimica verde, chiedo intervento di Governo e Regione”

BRINDISI – A metà mattinata arrivano le dichiarazioni del sindaco Riccardo Rossi sulle sfiammate del Petrolchimico che vanno avanti da ieri sera. Ecco la nota diramata dal Comune:   “Questa mattina la città si è svegliata con un’alta e densa colonna di fumo nero prodotta dalla sfiammata dello stabilimento Versalis. L’accensione odierna della torcia Versalis è dovuta alla fermata dell’impianto a causa dei lavori necessari all’amministrazione comunale per completare il raccordo ferroviario indispensabile per realizzare i convogli con ferrocisterne fuori dalla stazione di Brindisi. Per completare questi lavori è necessario l’intervento di Snam sul metanodotto nel tratto di interferenza con il binario ferroviario. Ciò ha comportato l’interruzione della fornitura di metano all’intero Petrolchimico e quindi l’attivazione della torcia. Abbiamo in questi mesi provato a rinviare i lavori per giungere al settembre del 2020 in concomitanza con la prevista fermata del petrolchimico. Ciò non è stato possibile in quanto la Commissione Europea – che finanzia l’intervento del raccordo ferroviario – ha imposto come termine ultimo dei lavori dicembre 2019 pena la restituzione del finanziamento di 32 milioni di euro. In ogni caso, insieme ad ARPA Puglia, monitoriamo i dati dalle centraline di monitoraggio delle qualità dell’aria Questa vicenda conferma la nostra posizione: la coesistenza di impianti di chimica di base da idrocarburi è sempre più difficile e insostenibile per la salute dei cittadini di Brindisi. Le vicende di Taranto ci dicono che occorre sin da subito programmare riconversioni verso produzioni che siano sostenibili. Più volte abbiamo chiesto ad Eni di avviare un processo di transizione alla chimica verde che possa sostituire quella da idrocarburi assicurando salute e lavoro. Chiediamo con forza al Governo nazionale e alla Regione Puglia che la questione ambientale di Brindisi venga messa al centro di un programma di interventi straordinari finalizzati alla riconversione dei cicli produttivi che insistono sul nostro territorio. Il Comune da solo non può affrontare una questione così imponente, effetto di un ciclo di sviluppo legato all’industrializzazione forzata del territorio. Il tema della riconversione ecologica non può essere più ritardato proprio per non ripercorrere le vicende tarantine: salute e tutela dell’ambiente non possono essere variabili dipendenti della produzione industriale, ma obiettivi primari di una società moderna. Brindisi e tutte le città industriali del Mezzogiorno d’Italia non devono essere poste di fronte alla scelta se lavorare o inquinare ed ammalarsi: meritiamo un futuro sostenibile”.

 

 

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